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Milano, bivacchi e urina sull'uscio dell'asilo bene

Massimo Sanvito
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Un fagotto blu occupa lo spazio tra due colonne della palazzina liberty. A fianco ci sono delle scarpe. Mamme, papà, nonni e tate lanciano rapide occhiate e accelerano il passo. È mattina e quell’immigrato avvolto nelle coperte dorme ancora, appiccicato alle vetrate della scuola materna. Arrivare fin sull’uscio è un gioco da ragazzi: la cancellata, si fa per dire, è bassissima. È l’angolo più esposto dei Giardini Montanelli, pieno centro di Milano, quello dove sorge l’asilo che ospita oltre un centinaio di bambini. Bivacchi ma non solo. Le scalinate interne al parco che portano verso l’istituto sono una latrina. Anche qui qualcuno ci passa la notte.

E poi il sesso a cielo aperto, con tanto di preservativi gettati a terra, e lo spaccio negli anfratti delle rocce di fronte all’ingresso. Gli sgomberi non sono stati risolutivi e l’ombra di un giro di prostituzione è sempre più nitida. Non c’è pace per il polmone verde di Porta Venezia. «A febbraio erano state trovate delle siringhe nel giardino privato dell’asilo e dunque avevamo scritto una lettera al Comune. Ora, però, siamo nuovamente in procinto di contattare l’amministrazione per chiedere la chiusura delle scalinate laterali usate come gabinetto e dormitorio. Vedere così mal ridotta l’area della scuola materna è un colpo al cuore, se ricordo com’era quando la frequentavo anch’io...», spiega a Libero Laura Kramer, mamma di due bambini.

 

 

SASSATE E AGGRESSIONI
Le segnalazioni si susseguono, le forze dell’ordine allertate anche dalla dirigente scolastica- prendono nota e fanno capolino e l’Amsa fa il suo dovere. Ma il degrado non sparisce. Anzi. E il passo verso la micro-criminalità è brevissimo, vista anche l’assidua presenza dei pusher africani sul lato dei Bastioni. A gennaio le vetrate dell’asilo furono spaccate a sassate e non sono nemmeno mancati episodi di aggressioni a genitori e nonni che avevano appena accompagnato i bimbi in classe. Lo smantellamento dell’area fitness nello spiazzo a due passi dall’entrata, inoltre, ha cancellato la funzione di presidio che aveva portato nella zona. «Lasciare i bambini al doposcuola può essere pericoloso perché di sera, col buio, c’è un senso di insicurezza maggiore», prosegue Laura. «In bici mi sono presa una bottigliata sulla ciclabile a fianco dei Bastioni e da quel giorno non la percorro più. La giunta deve assolutamente fare di più perché qui stiamo parlando di un asilo, con tanti piccoli che lo frequentano, che non può essere abbandonato».

Il post lockdown ha acuito i problemi e perdere d’occhio anche solo per un secondo il proprio pargolo che gioca all’esterno della materna alla fine della giornata può essere rischiosissimo. «Insicurezza, sporcizia e scarso decoro: quella dell’asilo è una zona fin troppo ombrosa, dove c’è poco passaggio e bivacchi e spaccio sembrano essere ormai una normalità. $ l’area più dimenticata del parco. Qualcuno forse fa finta di niente ma non va bene così...», spiega Carlotta Manaigo, un’altra mamma che accompagna e va a riprendere il figlio alla materna dei Giardini Montanelli ogni giorno. Per non parlare delle cancellate distrutte dall’ecatombe di alberi dello scorso 25 luglio che versano ancora nelle stesse condizioni a quattro mesi di distanza.

 

 

«Ho vissuto a New York e Central Park, ben più grande del nostro parco, non ha questi problemi. Ho visto addirittura persone accendere dei fuochi per arrostire il pollo. E i Bastioni sono una giungla da cui stare alla larga», prosegue Carlotta. Negli ultimi giorni, a preoccupare, è anche il gazebo in ferro battuto nuovamente occupato da gruppetti di extracomunitari africani. Ergo: il servizio di guardiania per aprire ogni mattina e chiudere ogni sera i 18 cancelli dei giardini, per una cifra totale di circa 20.000 euro, si rivela abbastanza inutile. Anche perché, di fatto, le recinzioni in alcuni punti (vedi lato di via Manin) è come se non esistessero. «Ècontroproducente chiudere i cancelli perché non impediscono l’ingresso dei balordi ma solo quello delle forze dell’ordine», spiega Enrico Pluda, presidente di Agiamo, l’associazione degli amici dei Giardini Montanelli che da anni si batte per salvare dal degrado questo parco storico di Milano.

TERRITORIO PERSO
 «Serve rendere inagibili le due scarpate laterali in modo che non siano più utilizzabili come rifugi, nascondigli e bivacchi», specifica Pluda. Che martedì, durante l’incontro tra i comitati cittadini, l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli e il super delegato del sindaco, nonché ex capo della Polizia di Stato, Franco Gabrielli, ha ribadito loro le priorità per far tornare a splendere il parco di Porta Venezia. «Quando per anni i cittadini hanno perso un pezzo di territorio, come ad esempio i Bastioni, nel senso che se ne sono tenuti alla larga il più possibile, serve tempo per rendersi conto che non c’è più pericolo e che le possibili minacce sono rientrate nella normalità». 

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