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Milano, i 4500 in coda per il cibo. E gli eco-attivisti spariti

Enrico Paoli
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Dove sia Pane quotidiano, gli eco vandali di Ultima Generazione, probabilmente non ne hanno la benché minima idea. Figuriamoci, poi, se gli imbrattatori seriali di monumenti e alberi di Natale sanno cosa fa la Onlus («un’organizzazione laica, apolitica e senza scopo di lucro, nata a Milano nel 1898», come si legge sulla loro pagina Facebook), anche nei giorni di festa. Anzi, soprattutto in questi giorni. I volontari dell’associazione di Viale Toscana, sempre operativi, il 23 dicembre hanno assistito 5.450 persone («un record assoluto», raccontano).

Ieri, invece, nei due centri di distribuzione di Pane quotidiano sono stati registrati circa 4.500 “passaggi”. Tradotto significa che quasi 5mila persone hanno avuto un pranzo e un sorriso grazie a loro, ai volontari, non certo agli eco vandali che lottano per la «giustizia sociale», chiedendo soldi per fare «un regalo ad un disobbediente». Perché a questo livello siamo...

Non sanno, dunque, quelli di Ultima generazione. O, forse, fanno solo finta di non sapere. Eppure dovrebbero saperlo bene, visto che per giustificare la vandalizzazione dell’albero di Natale, realizzato da Gucci in Galleria, gli eco vandali parlano di «lotta di classe». «Era insopportabile. Un luccicante tributo al lusso nella città delle disuguaglianze», sostengono sul loro profilo Twitter gli eco vandali. Cosa c’entri tutto ciò con l’ambiente ci sfugge. Meno criptica, invece, la richiesta di fondi per sostenere le loro «criminali» azioni. «Più di 100 persone sono entrate in disobbedienza civile ricevendo multe, denunce, insulti, minacce, violenza fisica e 18 hanno subito l’arresto», scrivono sulla loro pagina, «sono condizioni estreme quelle in cui si trovano le persone che vanno in azione, per questo facciamo del nostro meglio per assicurare loro accesso a formazioni e risorse necessarie per proteggere la loro salute mentale e fisica». Quindi donate, donate, donate. Si parte da 30 euro («Regala 6 pasti caldi per sostenere un disobbediente per due giorni di azione») ai 10mila («Finanzia personalmente un intero mese di azioni»). Perché giocare a fare gli eco vandali, violando la legge, costa. Soprattutto se questi eco imbecilli non lavorano, com’è evidente.

 

 

DONARE AGLI ULTIMI - Ma visto che la povertà costa molto di più della vostra assurda follia, perché non usate quei fondi per sostenere coloro che considerate sfruttati dalle multinazionali o sono il frutto delle «diseguaglianze sociali»? Perché non sostenete Pane quotidiano, per dire. «L’impatto del tuo regalo sul morale di chi sostiene Ultima Generazione andando in azione è immensurabile», scrivono. Provate a immaginare il morale di un ospite di Pane quotidiano, aiutato a non perdere la propria dignità. Provate, dai.

Sporcatevi le mani e andate lì a fare gli eroi, invece di fare gli attori, recitando la parte assegnata, in Galleria. Facile, (troppo a nostro avviso), buttare della vernice che altri rimuoveranno, per giunta a spese della collettività.

Sfamare 5mila persone, nei due centri operativi della Onlus, è un’impresa titanica, che merita il massimo rispetto, ed è molto più difficile. Soprattutto quando la città si svuota per le feste, con i milanesi al mare o in montagna, e sotto la Madonnina restano turisti e gli ultimi della fila. Ai quali, molto probabilmente, delle lotte di classe o dei monumenti imbrattati non frega una mazza. Un pasto caldo, un posto per dormire e un sorriso sono gli unici valori accettati.

 

 

DISTANZA SIDERALE - Per comprendere meglio quanto ampia sia la distanza fra gli eco vandali di Ultima generazione, Pane Quotidiano e i grandi marchi, come Gucci appunto, grazie all’aiuto dei clienti di 4 supermercati Esselunga e all’aiuto di 100 volontari, il 13 maggio scorso, la spesa solidale organizzata dalla Onlus è stata un successo. «Sono stati raccolti ben 15.380 chilogrammi di alimenti, garantendo quasi 3 giornate di distribuzione extra agli ospiti delle nostre sedi», raccontano quelli di Pane quotidiano.

Ma per gli eco vandali conta il marketing mica la sostanza. «Basta con il lusso, basta con l’insopportabile diseguaglianza tra ricchi e poveri che aumenta di giorno in giorno, basta con la ricchezza che depaupera il pianeta, rendendo la vita ancora più infernale ai poveri. Ma le parole non erano neanche necessarie, perché il gesto di colpire l’albero di Gucci è stato di una potenza simbolica incredibile», scrive Elisabetta Ambrosi del Fatto Quotidiano, esaltando l’atto vandalico dei “maestrini” di Ultima Generazione, incassando il loro “gloria” sui social.

Non contenti gli eco imbecilli accusano il governo di aver equiparato «un movimento di disobbedienza civile nonviolenta a terrorismo e stupri», solo perché ha chiesto più controlli da parte delle forza dell’ordine. L’esecutivo, a loro dire, «ha imboccato la strada della repressione ma il potere giudiziario è indipendente». Il distacco fra la realtà e l’immaginazione è totale. Il gruppo Gucci dà lavoro a 22mila persone, producendo un fatturato dal quale escono anche i soldi per sostenere molte iniziative. Danneggiare i monumenti, poi, è un reato. Evocare la lotta di classe, la guerra contro i capitalisti, da parte di chi ha tempo da perdere in azioni folli, immortalate da telefonini costosi per mandare i rete le follie degli eco vandali, non è solo una contraddizione in termini, ma una vera e propria bestemmia in chiesa. E così sia... 

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