Pride, esplode la rivolta dei vigili: "Come cani abbandonati in autostrada"
Insorge, dopo tanta sopportazione, anche la Polizia Locale. I ghisa di Milano, quelle figure omaggiate in tanti film d’autore del cinema nazionale, non ce la fanno più. Sotto organico da tempo con turni senza sosta, per cercare di garantire la sicurezza in città e tanti straordinari nel monte ore, hanno deciso di scrivere al comandante in capo, Marco Ciacci, e al vice Enrico Bufano. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il Pride del 29 giugno a Milano: «Vigili lasciati senz’acqua per tre ore di fila, senza cambi e senza potersi spostare dal luogo assegnato – si legge nella nota del segretario milanese del sindacto Sulpl, Daniele Vincini -. Se la Polizia Locale non ha forze a sufficienza per organizzare questi servizi sarà il caso, come in altre occasioni, di richiedere l’intervento di pattuglie delle forze dell’ordine ad ordinamento statale». Ergo: Polizia di Stato e Carabinieri.
«Oppure – sentenzia ancora il rappresentante sindacale dei ghisa milanesi -, se chi organizza questi servizi è persona inadeguata, cosa che appare del tutto evidente, che venga immediatamente sostituita. Le manifestazioni come il Pride sono programmate, ne consegue quindi che la prossima volta, in assenza di cambi e in presenza di impellenze, gli operatori si sposteranno dal presidio per assolvere le necessità umane e, ad orario, lasceranno il posto». «Chiediamo quanto meno di essere trattati alla stregua degli animali. Loro hanno maggiori attenzioni di noi. Non stiamo domandando chissà cosa, solo uno straccio di cambio per i bisogni fisiologici o per un bicchiere d’acqua – aggiunge Grazia Ingrao, segretario aggiunto del Sulpl -. Chi organizza le postazioni e i turni, fa i calcoli su numeri sbagliati. Continuano a organizzare eventi e presidi e noi siamo sempre meno».
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In totale gli agenti della Polizia Locale di Milano sono poco più di 2.700, mancano all’appello 500 unità per arrivare ad avere personale a sufficienza. Dal 2002, quando c’era l’organico completo, è stato poi un continuo scemare in termini di risorse, dovuto soprattutto al fatto che lo stipendio da agente della municipale non basta a coprire le spese per vivere in una città che ha un costo della vita molto alto e affitti improponibili.
«È dal 2018 che arranchiamo sulla copertura turni – spiega ancora la sindacalista –: ogni anno vanno via 7/8 nuovi assunti, preferiscono, per i costi, andare a lavorare altrove, poi ci sono i pensionamenti. Abbiamo più colleghi che vanno via che quelli che arrivano, mentre dall’altra parte aumentano i servizi, gli eventi. Non ce la facciamo più. Era già successo lo scorso anno – continua Ingrao - e avevamo già scritto al comandante spiegando di essere in affanno, lui aveva risposto in maniera laconica, del resto non è nemmeno colpa sua. Il sindaco Giuseppe Sala aveva dichiarato che entro la fine del suo mandato avrebbe portato il numero degli agenti a 3.350. Oggi, siamo ben lontani da quei numeri».
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Giusto due giorni fa è stato pubblicato un bando per l’assunzione di trenta vigili (senza orale e con una prova fisica depotenziata) e dovrebbero quindi arrivare nuove leve ma i ghisi in organico sono stanchi. «L’altro giorno al pride ci siamo sentiti come i cani abbandonati in autostrada. Ma se per questi ultimi esistono campagne di sensibilizzazione e finanche articoli del codice penale che puniscono questo comportamento, per gli operatori della Polizia Locale silenzio assoluto, salvo lapidarli poi per qualche comportamento scorretto, sostituendosi anzitempo alla giustizia ordinaria», prosegue. «Siamo stufi di essere trattati come robot alla bisogna – aggiunge il segretario Vincini –, il comando non deve confidare sul fatto che i colleghi, dopo qualche mugugno iniziale, poi lascino perdere di lamentarsi per paura o perché sanno che alla fine sarà solo una perdita di tempo».
Una lettera di denuncia che arriva a inizio estate quando si sommano i concerti e le iniziative in cantiere da parte di Palazzo Marino: un monito che vuole essere un chiaro massaggio anche in vista delle prossime Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. «Confidiamo nel recepimento di quanto lamentato e restiamo in attesa di una convocazione con il comando per la soluzione di questo drammatico disservizio», conclude Vincini. Gli scioperi, la comunicazione al comandante, sono il chiaro segnale di agitazione. E si preannuncia essere solo l’inizio.