Milano, altri bimbi dall'imam. Insorge la Lega: "Basta, una deriva"

Alle porte di Milano alunni di elementari e medie indottrinati su velo e Corano, come mostra un video su Tik Tok. Sardone: "È una deriva"
di Fabio Rubinimercoledì 21 maggio 2025
Milano, altri bimbi dall'imam. Insorge la Lega: "Basta, una deriva"
4' di lettura

La scena è quella già vista troppe volte: bambini delle elementari e delle medie seduti ad ascoltare un imam che spiega loro le “bellezze” della religione islamica, del velo e del Corano. Questa volta il teatro, o meglio la moschea, è quello di Sesto San Giovanni, dove alcune classi delle scuole Luini e Frank hanno assistito a una lezione nella quale sono stati affrontati anche temi piuttosto caldi- soprattutto in considerazione dell’età degli studenti come la violenza contenuta nei versetti del Corano e il velo per le donne. Il tutto in una mezz’ora di chiacchierata in parte visibile sul profilo Tik Tok dell’imam Abdullah Tchina. A titolo puramente esemplificativo, riportiamo un passaggio del discorso dell’imam che spiega alcuni versetti del Corano che parlano di guerra santa: «Ad esempio - spiega l’imam -, c’è un versetto che dice “uccideteli dovunque li troverete”, e viene riportato anche dai media. Però un altro versetto dice “combattete contro coloro che vi combattono e non siate ingiusti”. E i dottori della Legge hanno commentato come “non potete iniziare la guerra”.

Perciò, quando si tratta di autodifendersi, avete il santo diritto, come in tutte le culture e religioni. Però non potete iniziare una guerra per creare violenza, per sottomettere le altre persone, perché la fede è un fatto personale». Parole, lo ripetiamo, pronunciate davanti a bambini e bambine delle scuole elementari e medie. Sull’uso del velo islamico, invece, è stata una donna musulmana a prendere la parola per spiegare che «Lo portiamo perché è stato detto da Dio. Se una è musulmana segue tutto quello che ha detto. Ci sono donne che non portano il velo e sono musulmane, però è stato prescritto. Anche Maria portava il velo, no? Dio ci ha detto di portarlo. Anche io ho figlie e non ho detto loro di mettere il velo. È stata una loro scelta, perché vuole avvicinarsi di più a Dio e fare tutte le raccomandazioni che ci ha detto Dio».

@sardonesilvia Ancora integrazione al contrario, ancora bambini portati in moschea (questa volta a Sesto San Giovanni) a prendere lezioni di Islam con l'imam che tenta di indottrinarli. Non si può continuare ad usare la scuola come laboratorio di islamismo. #moschea #imam #islamismo #scuola #bambini #lezioni #integrazione ♬ suono originale - Silvia Sardone

Il video ha subito scatenato le polemiche. Le maestre hanno spiegato che «si tratta di un progetto che in atto da anni» e che vuol far conoscere le «grandi religioni monoteiste». Di tutt’altro tenore la protesta dell’europarlamentare leghista Silvia Sardone e del sindaco di Sesto, Roberto Di Stefano, che in un comunicato congiunto hanno spiegato che: «Troviamo francamente inaccettabile che per l’ennesima volta ci siano attività scolastiche che prevedano gite o lezioni in moschea con un formato molto simile a una specie di indottrinamento dei più piccoli. Nessuno contesta l’utilità di conoscenza delle altre culture e delle altre religioni - proseguono i due leghisti -, ma qui ci troviamo davanti a una deriva incomprensibile. Da una parte la sinistra e la stampa progressista per anni ci hanno detto che la scuola doveva essere laica, che bisogna nascondere presepi, alberi di Natale o i canti natalizi per non urtare i bambini e i genitori di altre fedi. Dall’altra parte assistiamo a gite in moschea come abbiamo visto a Treviso (dove i bambini si sono addirittura ritrovati a simulare la preghiera con la fronte poggiata a terra, ndr), lezioni di Corano in classe come a successo a Crema». E ancora: «Scuole che chiudono per il Ramadan come a Pioltello, circolari che invitano a non fare merenda durante il Ramadan come avvenuto a Soresina o i corsi di velo islamico promossi da un istituto di Abbiategrasso».

E non è tutto, perché Sardone e Di Stefano fanno anche notare come «le comunità islamiche non hanno mai firmato un’intesa con lo Stato come fatto da altre confessioni. Inoltre su molti valori, a partire dai diritti delle donne o sulla poligamia, la religione islamica è spesso in contrasto con le nostre leggi». Questo episodio poi ha una particolarità legata a Sesto San Giovanni. Per anni la città è stata al centro di movimenti piuttosto pericolosi. Il più clamoroso è quello del 2016 quando qui venne intercettato e ucciso in uno scontro a fuoco con le forze dell’ordine Anis Amri, il terrorista responsabile della strage di Berlino. Poi, come ricordano gli esponenti leghisti «in questa moschea si sono tenuti eventi sulla sharia con relatori personaggi non certo moderati, come Tareq Al Suwaidan, noto predicatore d’odio. Proprio qui a Sesto - chiudono Sardone e Di Stefano -l’amministrazione di centrodestra è riuscita a bloccare il tentativo di creare la più grande moschea del Nord Italia».

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