L'indegno scaricabarile e tutte le bugie della sinistra

Un problema culturale esiste. La linea tracciata dal centrodestra è quella della tolleranza zero. La sinistra sembra aver scelto un’altra strategia: lo scaricabarile
di Lorenzo Mottolamercoledì 13 agosto 2025
L'indegno scaricabarile e tutte le bugie della sinistra

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C’è stato un tempo non troppo lontano in cui la giunta di centrosinistra si vantava di aver fermato gli sgomberi dei campi rom a Milano. Un tempo in cui questi interventi venivano definiti «inutili». Ora, con la stessa faccia (proprio la stessa, l’assessore responsabile per la Sicurezza non è mai cambiato negli ultimi 13 anni) le medesime persone sostengono l’esatto opposto, ovvero di aver fatto lavorare le ruspe molto più dei loro predecessori. Addirittura dicono di aver fatto più interventi nei campi nomadi di Riccardo De Corato, storico vicesindaco che la sinistra definiva con spregio uno “sceriffo”, accusandolo di disumanità contro i nomadi e per questo più volte denunciato in Procura. Ora, come cambiano i tempi, lo dipingono come una mammoletta. Un po’ come accusare Trump di essere troppo tenero con i migranti o Milei di essere uno statalista.

Eppure, come dicevamo, nel 2012 Marco Granelli, assessore alla Sicurezza del Partito Democratico, si vantava della propria tolleranza: «Gli sgomberi attuati con regolarità negli anni precedenti sono cessati e la loro efficacia si è rivelata con evidenza nulla». Sala in seguito cercò di attenuare la linea, annunciando che avrebbe chiuso tutti i campi abusivi e fatto un ragionamento su quelli regolari. E incredibilmente ora, nonostante il suo fallimento sia di fronte agli occhi di tutti, il sindaco si vanta dei suoi successi: «Le giunte di centrosinistra ne hanno chiusi 24 - quattro autorizzati e 20 irregolari - in 12 anni, dal 2013 al 2024». Qual è la verità? Il centrodestra è arrivato a effettuare fino a 500 sgomberi all’anno, due al giorno contando i festivi. E De Corato, appunto, veniva dipinto come un orco. Sala non ha questi numeri.

La questione, insomma, è chiara: di fronte alla morte di Cecilia De Astis il centrosinistra sta cercando di alzare un po’ di polvere, confondere le responsabilità e le volontà politiche per poter tornare in un secondo momento alla propria totale inattività di fronte alla questione dei campi rom. E con questo fine si cerca di coinvolgere nella partita anche il Viminale. Dice Carlo Calenda: visto che si parla di sicurezza, «perché Salvini non se la prende con Piantedosi?». Calenda non deve aver studiato la pratica in maniera adeguata. A parte il fatto che il Comune di Milano ai tempi di De Corato effettuava sgomberi anche “in proprio”, usando cioè solo gli agenti della polizia locale (indovinate? La sinistra criticava anche questo...) mentre l’attuale giunta sembra concentrata su altro (per quanto riguarda Granelli, schieramenti come quelli di De Corato si sono visti solo quando venne scippata la povera madre: intervennero ben sei pattuglie di cui due in borghese). Lo sgombero, comunque, è la parte più facile della storia. Il difficile è bonificare l’area e fare in modo che non risorgano gli insediamenti. Nel caso del campo dei piccoli che hanno tolto la vita alla De Astis, per esempio, il Comune non ha espropriato il terreno, lasciando che venisse continuamente invaso. Il vero nodo riguarda i servizi sociali, la sfida è cercare di integrare chi non ha alcuna voglia di farlo. Un’impresa in un contesto sociale fatto di famiglie dove gli uomini sono praticamente tutti dietro le sbarre. Un problema culturale esiste. La linea tracciata dal centrodestra è quella della tolleranza zero. La sinistra sembra aver scelto un’altra strategia: lo scaricabarile.