Partiamo da lei, e la scelta è d’obbligo, per competenza in materia. Ilaria Salis, su X, strilla: «Il Leoncavallo sta venendo sgomberato. Nessun rispetto per cinquant’anni di storia dei movimenti, contro-cultura, aggregazione giovanile, politica dal basso. Spero che il Leoncavallo possa presto riprendersi lo spazio che merita», aggiunge l’eurodeputata di Avs che a curriculum, tra gli altri allori, ha una condanna per “invasione di edifici”.
Il prodigio della Bonelli&Fratoianni auspica che «mille nuovi spazi sociali vengano conquistati e restituiti alle comunità che nonostante tutto resistono, in una città sempre più ostile e meno accogliente, una città da rovesciare. Giù le mani dagli spazi sociali!», conclude la Salis, che nelle interviste a voce non mostra la stessa eloquenza, ma sarà un caso perché di certo è lei a scrivere sui social. Lo sgombero dello storico centro sociale di Milano, da trent’anni occupato abusivamente, è stato un brutto risveglio per la sinistra. «In pieno agosto», protesta Pierfrancesco Majorino, capogruppo dem in Lombardia, «fregandosene del confronto in corso da tempo e dei tentativi di arrivare a una soluzione positiva su cui si erano impegnati in molti tra i quali gli esponenti del Leoncavallo, ecco che sgomberano il centro sociale.
Leoncavallo, la triste parabola: dai cortei oceanici al deserto
Nello stabile del Leoncavallo, ieri mattina, la cosa più viva era l’odore acre di chiuso che trasudava dai ...Una scelta, quella del ministro», prosegue il barbuto ex eurodeputato, «grave e salutata subito da quell’avvoltoio di Salvini. Era un luogo», ci tiene a sottolineare Majorino, «diventato un laboratorio importante di iniziative culturali e sociali». In effetti venivano in gita da Oxford e Cambridge. Poteva mancare l’intervento di Angelo Bonelli? «Stiamo parlando della stessa presidente del Consiglio che ha messo a disposizione un volo di Stato per rimpatriare un assassino come Almasri. Il governo Meloni», dichiara il portavoce dei Verdi, «non difende la legalità, ma l’ipocrisia e i due pesi e due misure». La beffa, per Alleanza Verdi Sinistra, è che a settembre nell’immobile occupato abusivamente il partito aveva programmato la propria festa nazionale, alla presenza della Salis, si capisce. È qui la festa? No. Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera, è rabbiosa: «Lo sgombero del Leoncavallo è un’operazione di regime!». Ovviamente piange pure il Pd milanese, che si mette in testa un’idea meravigliosa, quella di rintracciare subito una nuova sede per il Leoncavallo: «Sosteniamo il lavoro del sindaco per trovare una strada trasparente e innovativa per lo spazio pubblico autogestito. D’altronde», dice Alessandro Capelli, segretario del Pd metropolitano, «il futuro condiviso è una cosa che orgogliosamente il centrosinistra ha nel programma dal 2011», e va detto che sono passati solo quattordici anni.
Casapound: "Non siamo leoncavallini"
"E adesso però va sgomberata anche Casapound". Questo il ritornello ripetuto, ieri, da diversi esponent...Nessuno metta fretta ai dem! Tocca al sindaco, Giuseppe Sala: «L’intervento sul Leoncavallo era sì previsto, ma per il 9 settembre. In considerazione di questa timeline ufficiale, come Comune avevamo continuato, coi responsabili del centro, un confronto che portasse alla piena legalità tutta l’iniziativa del centro. Sono convinto, e l’ho già dichiarato in precedenza, che il Leoncavallo rivesta un valore storico e sociale nella nostra città. È la mia opinione, so che le mie parole non troveranno d’accordo tutti», va avanti Sala. «A mio parere questo centro sociale deve continuare ad emettere cultura, chiaramente in un contesto di legalità. Da anni e anni è un luogo pacifico di impegno. Confermo la volontà di mantenere aperta l’interlocuzione con i responsabili delle attività del centro sociale».
Attenzione, irrompono i partigiani dell’Anpi: «L’improvviso sgombero del Leoncavallo è un atto di forza del ministero dell’Interno. Il sindaco non è stato neppure avvertito. L’Anpi di Milano ha già fatto una donazione per la raccolta fondi promossa dalle mamme antifasciste del Leoncavallo e ha invitato le sezioni a contribuire».
Questa l’acuta riflessione dell’eurodem Alessandro Zan: «Se Meloni ha davvero a cuore la legalità, perché il governo è immobile di fronte alle gravissime violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani da parte di Netanyahu?». Il collega grillino Gaetano Pedullà tenta di dargli manforte: «Solo una destra ottusa e ideologica oggi può esultare. Ai cittadini non rimane che sperare che nessuno abbia voglia di gettare un fiammifero sulla benzina versata». La sinistra riparta dal Leoncavallo. Al galoppo!