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Ermenegildo Zegna, il riciclo di lusso parte dalle acciaierie Falck

Davide Locano
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Ermenegildo Zegna sorprende sempre, a partire dalla location della sfilata che e si snoda sotto l' altissima struttura che un tempo ospitava l' Area Falck (acciaierie). Per anni simbolo delle grandi rivendicazioni operaie, questo imponente luogo di archeologia industriale diventato poi terra metropolitana dimenticata, sarà presto riqualificato da Milanosesto e trasformato in un hub per la salute e la ricerca. È la stessa filosofia che Zegna (apre la settimana corta della moda a Milano) applica all' evoluzione della sartoria moderna e alla ricerca tessile, creando tessuti nuovi da quelli già esistenti. Il rispetto per il pianeta passa anche attraverso la moda. «È dovere di ognuno di noi vivere in modo responsabile - spiega Alessandro Sartori, direttore artistico di Zegna- e io lo faccio usando i mezzi creativi che ho a disposizione, dalla produzione dei tessuti al know-how tecnico della sartoria, fino alla scelta della location dello show. Non è sempre necessario creare partendo da zero. Possiamo riutilizzare e reinventare ciò che già esiste e ottenere tessuti innovativi dai materiali scartati, applicando tecniche tradizionali ad una sartoria contemporanea, capace di durare nel tempo, così come la trasformazione di un luogo dismesso in uno spazio creativo». Sulla passerella color antracite sfila l' uomo deciso, forte e minimal di Zegna, attento ai dettagli e con una forte sensibilità architettonica, evidente negli abiti dalle linee nette di blouson, camicie o polo-shirts (senza bottoni) indossate con pantaloni coordinati. Sartori si ispira ai codici della sartoria che si adatta al ritmo di una generazione globalizzata e iper-connessa. La silhouette è definita: blouson squadrati, cappotti voluminosi e leggeri. Eleganti blazer a tre bottoni e giacche snelle a un bottone, con tasche applicate rubate ai capi sportivi, sono abbinati a pantaloni slim o dalle linee più ampie. Tessuti compatti, ma estremamente leggeri, come le lane e le sete tecniche, sottolineano la precisione dei tagli e della costruzione impeccabile, con pieghe appiattite, stampe fotografiche di assemblaggi grafici e motivi rigati che danno ritmo alle superfici. Se i macro chiné sono espressivi, le tinture minerali aggiungono profondità al denim. Le lane e i tessuti tecnici sono sviluppati dalla divisione tessile del Gruppo Zegna, attraverso processi innovativi, partendo da scarti di materiali preesistenti. L' abito "Achill" realizzato con lane - provenienti dall' Achill Farm Zegna, in Australia - scartate durante il processo di produzione e poi nuovamente composte e tessute, chiude il cerchio della tracciabilità e della sostenibilità. In linea con la collezione, gli accessori sono pratici e concreti: stivali o derby stampate e con suola importante; le iconiche sneakers Claudio, i notebook a tracolla e le borse in piccole forme geometriche. L' eleganza industriale è completata dai colori minerali come cemento, acciaio, carbone e nero opaco uniti a tonalità terra, ottone, ruggine, rosso fuoco, sabbia o oro opaco e leggeri accenti di nude, acqua, verde foglia, foglia di tè e rame ossidato. E se Zegna ha scelto l' ex Falck di Sesto San Giovanni, Fendi sfila ai giardini di Villa Reale e Armani a Palazzo Orsini. Sono alcuni dei nuovi spazi scelti dagli stilisti per la fashion week uomo, che sembrano evocare una lotta di classe sulle location, tra marchi che puntano sul lato underground di Milano e quelli che ne valorizzano il lato nobile. Scelta anticonformista per Trussardi, marchio simbolo della borghesia meneghina, che per presentare la capsule collection con Giorgio Di Salvo (fondatore di United Standard) utilizzerà il garage di via Agnello, noto in città come il garage di Rinascente. Assente Prada, che ha presentato la collezione Spring-Summer 2020 a Shanghai, ma ha voluto comunque far parlare di sé con una festa alla Fondazione. In calendario alcuni ritorni (Etro, Philipp Plein, Palm Angels), debutti (Youser e Brett Johnson) e appuntamenti dedicati esclusivamente alla donna, come quelli di Be Blumarine e Stella McCartney. di Daniela Mastromattei

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