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Mondiali, l'italiano invasore di campo: "L'ho fatto per Ciro e le Favelas"

simone cerroni
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"Questa persona è l'esempio peggiore. È una vergogna". Jerome Valcke, segretario generale della Fifa, si esprime così su Mario Ferri, in arte Falcò. Ieri il giovane è stato protagonista di un'invasione di campo, l'ennesima della sua carriera. Lo specialista delle invasioni, 25enne di Montesilvano, Pescara, con un passato recente da candidato al consiglio comunale per Fratelli d'Italia, ha fatto irruzione al 16' di Belgio-Stati Uniti all'Arena Fonte Nova di Salvador. Ferri, come documentano anche alcune foto, è entrato allo stadio con un biglietto riservato ad un disabile. "Era per una buona causa, per veicolare un messaggio e poi ho donato la sedia a rotelle", ha detto in un'intervista telefonica a La Repubblica. Mondiali, parla l'invasore italiano finto disabile: "L'ho fatto per Ciro e per le Favelas" Guarda il video su LIbero TV L'invasione - Ha attraversato tutto il campo di Salvador, il tutto nello stupore generale del pubblico che non stava capendo chi fosse quel ragazzo con la solita maglia di Superman con scritto sopra “Ciro vive” in memoria del tifoso napoletano vittima degli scontri nel pre partita della finale di Coppa Italia. "Volevo far vedere una maglia su cui c'era una scritta Save Favelas Children e Ciro Vive, dedicata al popolo brasiliano che soffre ed alla prematura scomparsa di un ragazzo innocente". L'arresto - Il ragazzo è stato rilasciato questa notte alle 4 ora brasiliana, dopo esser stato arrestato subito dopo l'invasione. Ora a stabilire la sanzione dovrà essere la giustizia dello stato federale, che già gli ha ritirato il passaporto. Poi spiega come è riuscito a farla franca e a fingersi disabile. "C'è stato un grosso lavoro dietro. Mi sono portato la sedia a rotella dall'Italia, mi sono fasciato una gamba e ho fatto un falso certificato dell'Inps grazie all'aiuto di un grafico". Poi spiega di aver ottenuto un accredito da fotografo a bordo campo per fare un reportage fotografico sulle favelas, per un giornale italiano. "Sono anche andato a prendere i biglietti per la partita sulla sedia a rotelle. Un po' mi sento in colpa per i disabili, però la questione è che era l'unico modo per lanciare un messaggio positivo. Comunque chiedo scusa a queste persone. Ho infatti, donato la sedia a rotelle".  

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