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In Inghilterra scoppia la moda del "parto allargato", in Italia speriamo di noi

Lucia Esposito
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Arriva dalla Gran Bretagna l' ultima moda relativa al parto: il crowdbirthing, condividere la nascita del proprio bambino con parenti e amici. Oggi siamo nell' era della condivisione e anche partecipare alla nascita di un bambino diventa una cosa possibile, secondo un sondaggio condotto dal sito web Channel Mum su oltre duemila mamme. Le persone che possono essere presenti, oltre i genitori, sono otto, esclusi medici e personale paramedico. La moda vede coinvolte le più giovani, intorno ai 20 anni, e si associa all' uso di fotografi per un costo di 500 sterline (oltre 700 euro) o ancora uno scatto che viene successivamente pubblicato in uno dei più popolari social network. In Italia il fenomeno non è ancora arrivato e dubitiamo che riuscirà a farlo, considerati i regolamenti molto rigidi degli ospedali. Tuttavia delle domande si pongono rispetto a quanto possa essere di intralcio la presenza di tante persone, qualora dovesse subentrare una complicazione. Sappiamo come dietro al parto ci sia una massima attenzione delle mamme nello scegliere un ospedale che le faccia sentire a proprio agio, la frequenza di corsi preparto e la condivisione delle ansie col ginecologo e l' ostetrica di fiducia. È noto anche che il principale timore delle partorienti è quello del dolore, che varia da persona a persona. Il limite massimo di un travaglio di parto è di 8-10 ore. Certamente un ruolo importante è dato dalla fiducia riposta nelle persone che assisteranno al parto e il luogo in cui lavora il ginecologo o l' ostetrica che hanno seguito la donna per nove mesi sarà di grande conforto. Sono sempre più numerosi i papà che assistono al parto, infondendo sicurezza alla propria compagna, anche se i dati rivelano una grande disparità a livello regionale (legata a fattori sociali e culturali): nel Nordovest sono l' 87,8%, nel Nordest l' 83,9%, al Centro il 68,9% e al Sud meno del 31,1%. È vero che gli altri Paesi ci trasmettono le più svariate mode. Ma è altrettanto vero che dobbiamo riflettere su cosa è buono prendere a modello e cosa invece può essere dettato da altri elementi che poco si legano al fenomeno correlato. Questa volta si tratta della presenza di più persone in sala parto. La scelta di assistere al parto non va presa sottogamba! I motivi sono vari: tenere conto delle emozioni che circolano, dell' odore dei disinfettanti, della sofferenza della donna, della vista del sangue e dell' atmosfera che si respira. Tutti elementi che possono mettere a dura prova non solo il padre, ma anche le altre persone presenti. Inoltre durante il parto non si può organizzare e controllare tutto. Per cui restiamo alquanto perplessi di questa nuova moda. Forse ci piace restare vincolati alla legge italiana che prevede diritti per la madre e per il bambino, sapendo anche la differenza tra parto naturale e cesareo. Ricordiamo che qualunque parto si scelga o si è costretti a scegliere, deve essere ben valutato per le conseguenze non solo fisiche ma anche psicologiche che esso porta con sé il parto. Non forziamo troppo se diciamo che probabilmente la gioia più bella può essere condivisa in sala parto come un momento intimo tra i neo genitori. Per tutti gli altri, parenti e amici, ci sarà il giusto spazio e momento per festeggiare e condividere emozioni. LUCA BERNARDO* *Direttore del Dipartimento Materno-Infantile Fatebenefratelli e Oftalmico Milano

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