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Vittorio Feltri: dopo aver eliminato il tema di storia eliminiamo la scuola

Cristina Agostini
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Se la cosa non fosse tragica, verrebbe da ridere a raccontarla. Da oltre 50 anni, i governi italiani riformano la scuola e la maturità. Quando ero giovane, al termine degli studi superiori dovevi affrontare un esame che riguardava tutte le materie. Se in un paio di esse fallivi, venivi rimandato a settembre. L' appello si chiamava riparazione. Poi, i governi di ogni colore hanno introdotto numerose correzioni, tutte peggiorative. Oggi non si capisce più a che serva la prova finale. La quale, a furia di modifiche scriteriate, è diventata inutile e andrebbe abolita. Tutti gli studenti, terminati i licei di ogni tipo, anche se zoppicano sono promossi per pietà. I quiz terminali non hanno senso. Sono formali e non sostanziali. Tanto varrebbe eliminarli, non cambierebbe una virgola. Peggio di così non è possibile. Vabbè, lasciamo perdere. Se dovessimo dare le pagelle ai ministri dell' Istruzione che si sono succeduti alla guida del dicastero dovremmo bocciarli tutti per conclamata ignoranza (crassa). Ripeto, sorvoliamo. Leggi anche: "Striscia la Notizia? Lunedì sera...". Resa dei conti: Feltri imperdibile Ora apprendiamo che dal giudizio dell' ultimo anno è stata cancellata la storia, considerata superflua per garantire l' accesso all'università. Gli allievi, anche se penseranno che Giuseppe Garibaldi fosse contemporaneo di Giulio Cesare, saranno abilitati ad entrare nelle più alte sfere della cultura ufficiale, quella accademica. Prima di far secca la storia era già stata seccata la geografia, ritenuta un ammennicolo. Cosicché una mia nipote al quinto anno dello scientifico, da me interrogata a tavola sulla posizione nello Stivale di Teramo, mi ha risposto: non ne ho la più pallida idea, non conosco i tuoi amici. Era convinta che la città in questione fosse un mio collega. Mi sono cascate le braccia e non ho avuto il coraggio di correggerla. Anzi, le ho detto che Cuneo era un mio compagno delle elementari. Ottimo. Il latino, indispensabile per apprendere i segreti della sintassi, è stato snobbato. Alle medie non è più obbligatorio, quando una volta, in terza, si traduceva il De bello gallico. Come dicevamo, la geografia è trascurata, ed ora addio anche alla storia. Mi domando perché a questo punto non si elimini la scuola tout court, visto che le materie fondamentali sono state declassate a perdita di tempo. Se la pubblica istruzione è diventata pubblica distruzione conviene chiudere qualsiasi istituto scolastico, almeno ci avanzeremo i soldi per pagare il reddito di cittadinanza ai nullafacenti specialmente del Sud, dove si segnala un aumento delle vendite dei divani su cui chi riceverà il sussidio poserà i glutei in attesa della fine mese e di riscuotere l' assegno per non fare un tubo. di Vittorio Feltri

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