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Paolo Becchi e il tradimento di Paolo Savona: "Altro che sovranista, ecco la prova. Sta con l'Unione europea"

Giulio Bucchi
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I retroscena apparsi in questi giorni sui giornali su Paolo Savona non ci interessano. Il ministro ha parlato al riguardo di «spazzatura di dubbia origine» e questo ci basta. È palese il tentativo di colpire il governo in un momento di difficoltà. Ci interessa richiamare l' attenzione sul documento preparato dal ministro e inoltrato nel settembre scorso a Bruxelles, dal titolo «Una politeia per un' Europa diversa, più forte e più equa», ripreso anche recente in una lettera su Il Sole 24 Ore. In questo documento Savona sottolinea le affinità tra la propria proposta e un appello pubblicato il 25 ottobre su Handelsblatt, da parte di alcuni intellettuali e politici tedeschi, tra cui Hans Eichel, Jürgen Habermas e Friedrich Merz, quest' ultimo, come è noto, aspira a sostituire alla guida della Cdu Angela Merkel. Pochi giorni fa lo stesso appello è stato richiamato in modo elogiativo anche da Napolitano sul Corriere della Sera. Leggi anche: "Non ha più senso andare avanti". Lo sconcertante retroscena su Savona Savona e Napolitano si scoprono dunque entusiasti partigiani della lotta per una integrazione sempre più ampia dell' Unione Europea, con tanto non solo di moneta unica - quella «moneta comune» che, scrivono Habermas & Co., «porta benefici a tutti: promuove lo scambio attraverso le frontiere interne» -, ma, ora, anche di un esercito comune? Quanto a Napolitano, certo non c' è da stupirsi della sua presa di posizione. Ma sorprende che con lui sia d' accordo Savona. E sorprende dal punto di vista politico, perché in gioco, qui, non ci sono le posizioni personali di Savona, ma la linea del governo gialloverde ora e soprattutto che cosa deciderà di fare Salvini, in quanto capo politico della Lega, in vista delle prossime elezioni europee. Ora, che fare? Dopo che la Commissione Ue ci ha dato il benservito, non si parlerà più di «politeia» e si tirerà di nuovo fuori dal cilindro il famigerato «Piano B» più volte rinnegato? E poi, in concreto, le armi per difenderci dalla Commissione quali sarebbero? A quanto pare solo il blocco del trasferimento della nostra contribuzione annuale al bilancio dell' Unione. Nessuno, dico nessuno nel governo, neppure Savona, che ponga l' attenzione sul fatto che la Commissione ci costringe a rispettare i criteri del Fiscal Compact che sono in palese contrasto con quanto stabilito dai Trattati europei, come peraltro ha ribadito più volte Giuseppe Guarino, il quale proprio su Libero qualche anno fa (17.11.2013) scriveva: «Abbiamo tassi di interessi bassissimi, inflazione sottile e una disoccupazione record. Lasciando i vincoli di bilancio a Bruxelles e potendo investire e fare debiti per fare da volano ad una vera crescita, torneremo a competere con i grandi del sistema globale e non a giocare sulla difensiva». Spostiamo lo sguardo alle elezioni europee. Allora ci sarà, da una parte, chi spingerà per una integrazione nell' Unione ancora più forte e per la dissoluzione degli Stati nazionali - è la posizione di Habermas e dei "globalisti" che attaccano «il nazionalismo che va nuovamente rialzando la sua brutta testa in tutta Europa» - e, dall' altra, chi partirà dal recupero della propria identità nazionale. Insomma, «sovranisti» contro «globalisti». Savona, scrivendo di essere d' accordo con Habermas, si schiera con coloro che vogliono gli Stati Uniti d' Europa. Liberissimo di farlo. Il problema è capire se Salvini sia d' accordo con Savona o stia ancora - come ci auguriamo - dalla parte di «Italia sovrana». di Paolo Becchi

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