Vittorio Feltri: Sergio Mattarella ricalca i discorsi dei predecessori
Ho ascoltato almeno 60 discorsi pronunciati a fine d'anno dai vari presidenti della Repubblica che si sono succeduti al Quirinale e, sinceramente, non ne ricordo uno originale, che mi abbia illuminato. I soliti pistolotti improntati alla retorica più vieta. Forse solo Cossiga, nel darci l'addio anticipato rispetto alla scadenza del proprio mandato, tentò di uscire dai binari della banalità. Mattarella, ieri l'altro, si è appalesato sul teleschermo con l'intenzione di dire cose fuori dal comune. Ne apprezziamo lo sforzo, non il risultato mediocre, allineato a quello ottenuto dai suoi predecessori. Non ci va di criticarlo, in fondo stimiamo l'uomo che nella gestione complessiva del baraccone Italia, ha dimostrato di sapersi destreggiare magistralmente. Leggi anche: La bufala sul discorso di fine anno di Mattarella. "Numeri truccati", clamoroso sospetto Però da costui ci attendevamo di più, per esempio che non si lasciasse andare a espressioni scontate tipo la necessità di perseguire la pace, imitando il Papa, come se tutti noi ambissimo a fare la guerra e a prendere a calci nel didietro gli extracomunitari. Certi concetti frusti se li sarebbe dovuti risparmiare. E sorvoliamo sull'elogio dei no profit quasi fossero gestiti da angeli piovuti dal cielo. Dal Capo dello Stato ci saremmo aspettati meno luoghi comuni e frasi fatte e più nerbo nel sottolineare il dilettantismo dell'attuale governo, la sua incapacità di affrontare i problemi del Paese che, viceversa, vengono trascurati o trattati in modo pasticciato. E veniamo alla concordia tra compatrioti. Non è possibile, caro presidente, pensare che i pentastellati siano in grado di collaborare fruttuosamente coi leghisti? Essi stanno insieme per disperazione, consapevoli che, se si rompe l'alleanza tra loro, finisce la pacchia per entrambe le formazioni. Non credo che lei, illustre Mattarella, sia tanto ingenuo da ritenere che questi "scappati da casa" siano capaci di guidare la Nazione col reddito di cittadinanza da elargire ai balordi, rubando i fondi ai pensionati e aumentando le tasse. In ogni caso auguriamo a lei, quanto ai nostri lettori, un buon anno del cavolo. Con i suddetti pasticcioni a Palazzo Chigi al massimo saremo in condizione di sopravvivere a stento. Ma non si preoccupi, ne abbiamo viste di peggio in passato, e resisteremo. di Vittorio Feltri