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"Monte-Bona"fa arrabbiare OscarRottura con "Italia futura"

Al fondatore di "Fermare il declino", Montezemolo preferisce i cattolici di Bonanni. Il progetto di centro riformista è già al capolinea

Matteo Legnani
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  Undici settimane. Tanto è durata l'intesa tra Luca Cordero di Montezemolo e Oscar Giannino. Il quale, dalle pagine de La Stampa, dice che con "Monte-Bona" (Montezemolo-Bonanni) non ci va. Motivo dello strappo il documento siglato dal fondatore di "Italia futura" e dal segretario della Cisl, che Giannino definisce "acquoso e privo di nerbo", "la solita vecchia solfa di autocollocazione centrista a prescindere dai contenuti". Per questo, il fondatore di "fermare il declino" (28mila adesioni a tre mesi dal lancio e 0,6% di valore elettorale nell'ultimo sondaggio del tg di La7) "allo stato attuale non sussistono le condizioni per condividere un percorso comune". Una pietra tombale sull'evento previsto per il 17 novembre, che avrebbe dovuto lanciare ufficialmente la campagna elettorale di "Monte-Gianni". Che ora, però pare diventato, appunto, "Monte-Bona". A La Stampa, Giannino spiega che "quando abbiamo provato a porre i nostri temi - taglio alla spesa, riduzione del debito, privatizzazioni, liberalizzazioni, selezione democratica dei leader, meritocrazia - ci è stato risposto che quello non era un documento di 'fermare il declino'. E noi ad occupare lo strapuntino di ospiti a bordo non ci stiamo". Replica Andrea Romano, braccio destro di Montezemolo in "Italia futura", che Giannino era "a conoscenza della bozza di testo, che ti avevo personalmente inviato il 13 ottobre scorso, ben dieci giorni prima della sua pubblicazione. Eppure, da te in questi giorni non mi è giunta alcuna osservazione. Evidentemente, volevate tenervi le mani libere".  

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