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De Angelis: "Da direttore del Secolo d'Italia voterei per Alfano e Bersani"

Intervista al responsabile dello storico quotidiano di destra: "La Meloni è molto amata, ma Angelino può garantire al Pdl la transizione dalla monarchia assoluta... Il segretario del Pd? Sono un uomo del 900..."

Giulio Bucchi
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di Marco Petrelli  "Prendi una sedia e mettiti qui accanto a me". Il direttore del Secolo Marcello De Angelis non ama i convenevoli e mi fa sedere accanto a lui come fossimo vecchi amici. Romano, classe 1960, De Angelis è direttore de Il Secolo d'Italia da un anno e mezzo. Ex cantautore, ha fatto parte di un gruppo musicale di destra, i 270 bis. Un passato artistico ad hoc per rompere il ghiaccio.  Suona ancora con i 270bis?  "Non ci siamo mai sciolti, però impegni familiari e politici ci tolgono tempo, senza contare che la voce non è più quella di una volta".  A proposito di impegni: primarie PdL, Alfano o Meloni? "La Meloni è una ragazza in gamba, preparata, amata dal movimento giovanile. Si trova in ballo in un momento non facile, certo, ma è molto determinata".  Alfano? "Lo conosco da meno tempo rispetto a Giorgia. Credo comunque che con lui si possa garantire al Pdl la transizione da una 'monarchia assoluta' ad un ambiente in cui possano esprimersi più voci, ad esempio gli ex An". Non ripone la stessa fiducia nella Meloni? "La candidatura di Giorgia è arrivata quando io già mi ero schierato con Alfano e stavo raccogliendo le firme per lui. Una questione di coerenza e tempistiche: che avrei dovuto fare? Dire 'Signori mi sono sbagliato, dietro front'? Primarie Pd: Renzi o Bersani? "Bersani. Mi è antipaticissimo ma a livello politico rappresenta una linea di continuità con la storia e la tradizione della sinistra. Sono un uomo del 900, credo nei partiti e questo mi porta a preferirlo a Renzi che, dal canto suo, si riduce ad essere un ragazzo dalla faccia simpatica che propone solo un'alternativa un po' soft all'antipolitica.  Giornalismo: cosa ne pensa del caso  Sallusti? "Penso che se un paese sa di avere una magistratura non sempre obiettiva e malgrado ciò propone norme che prevedono il carcere per i giornalisti (legge non passata al Senato, ndr) non può poi scandalizzarsi se quelle norme vengono applicate".

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