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Dell'Utri:"Mi ricandido"Ma il Cavaliere lo stoppa:"Non posso permettermelo"

Il senatore contro Alfano: "E' il nulla. Io ancora in campo perché sono un perseguitato". Ma Silvio lo ferma

Matteo Legnani
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"Ho intenzione di ricandidarmi perché sono ancora perseguitato. Voglio lottare fino all'ultimo sangue, spero degli altri. Mi candiderò con Berlusconi". Lo annuncia Marcello Dell'Utri, senatore del Pdl, a La Zanzara su Radio24. I conduttori Cruciani e Parenzo, però, gli fanno notare che "sia Alfano che la Meloni non la vogliono". E lui: "Ma siamo noi che forse non ricandidiamo loro, Alfano e la Meloni. Che diritto hanno a dire loro chi si deve candidare? Non decidono loro. E poi la Meloni non è neanche nel mio partito. Parlano così perchè pensano che io sia più debole. Come si dice... quando l'albero cade tutti corrono a far legna". Altra domanda: "Ma quando vede la vecchia guardia del Pdl in tv, La Russa, Gasparri e Cicchitto lei che fa? "Cambio canale", risponde Dell'Utri. "Berlusconi dice che scende in campo per vincere - prosegue il senatore - e ci dobbiamo credere tutti". Il "no" del Cav - Ma alla ricandidatura di Dell'Utri, poco dopo, nel corso della conferenza stampa in cui, di fatto, apre alla guida dei moderati da parte di Mario Monti, arriva il "no" di Silvio Berlusconi: "Mi dispiace - ha spiegato il Cav -, ma non possiamo permetterci di candidarlo. Penso che ci siano delle persone che a torto o ragione siano state aggredite dalla magistratura", è la premessa del Cavaliere, che pur considerando "infondate" le accuse ai danni di Dell'Utri spiega che "non ci possiamo permettere di candidarlo" Contro-replica - La contro-reazione di Dell'Utri al "no" del Cavaliere non si è fatta attendere: "Sì, lo ammetto, sono un po' sorpreso dalle parole di Berlusconi: Dobbiamo vederci e chiarire. Anche se, a dire il vero, ero stato io, tempo fa, a chiedergli di non ricandidarmi. Ma nel frattempo ho cambiato ideae e ancora non ho avuto modo di dirlo a Berlusconi. Un mese fa circa - ha aggiunto - ci siamo incontrati, e gli dissi che non volevo essere ricandidato. Secondo me, per questo motivo, stasera ho detto quella frase. Ma nel frattempo sono stato io a decidere di cambiare idea. Comunque, ne dobbiamo parlare, nei prossimi giorni ci vedremo". Contro Alfano - Dell'Utri, nel corso del suo intervento a La Zanzara, rincara la dose sul segretario in carica del partito azzurro: "Come segretario Alfano è stato il nulla, il nulla assoluto. Ma vi rendete conto? Alfano finora è stato zitto su una cosa importantissima, non ha preso le difese del partito dopo l'uscita del libro di Ingroia. C'è Ingroia che dice che Forza Italia, il partito che ho fondato con Berlusconi, è una diretta emanazione della mafia e lui sta zitto? Non dice niente, ma stiamo scherzando?" Per il senatore Pdl il "quid" non c'entra: è che ad Alfano, spiega, "gli mancano gli attributi, le palle". Quanto ad Ingroia, Dell'Utri va all'attacco: "Questa volta sono io a portarlo in tribunale gli avvocati faranno una bella querela, ma la dovrebbe fare anche il partito, il Pdl. Ingroia è un pazzo, non è una persona normale". La Russa contro Dell'Utri - Alle parole di Dell'Utri replica Ignazio La Russa, coordinatore nazionale del Pdl: "Con tutto il rispetto per Dell'Utri e le sue peripezie giudiziarie per le quali non abbiamo mai avuto remore a dargli solidarietà anche con il voto in Parlamento, credo che sbagli ad attaccare senza logica il segretario Alfano a cui dovrebbe semmai riconoscenza. Se vedo Dell'Utri in tv - conclude La Russa - magari lo guardo sperando che non sia solo cronaca giudiziaria. La sua pretesa di essere ancora candidato alle elezioni è del tutto inconcepibile". Scajola sei fuori - E intanto a stare sulle spine non è solo Marcello Dell'Utri ma anche Claudio Scajola. Secondo alcune voci di corridoio il Cavaliere vorrebbe far fuori pure lui. Escluderlo da una prossima candidatura alle politiche. Non si sa ancora se sulla testa di Scajola pesi lo scandalo e il procedimento a suo carico per la sua casa vicino al Colosseo, pagata in parte, a sua insaputa, così ha sostenuto, da terzi, oppure se dietro le scelte di Berlusconi ci siano motivazioni più profonde.  Il Cavaliere ha argomentato la necessità di rinunciare all'apporto di alcuni esponenti storici del partito motivando la decisione con i suoi inseparabili sondaggi, si tratta di politici - questa la tesi - che hanno perso l'appeal con i cittadini. L'ex premier ha stilato l'identikit del prossimo candidato - sotto i cinquant'anni, proveniente dalla società civile e dal mondo delle professioni - e ad alcuni interlocutori ha confidato di aver quasi già ultimato le liste e creato la nuova 'squadrà da mandare in tv.  

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