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Selvaggia Lucarelli a Silvio: è Gasparri la tua fidanzata ideale

Matteo Legnani
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Ce l'ho io un'idea su come far riguadagnare consensi a Silvio Berlusconi. Si tratta di sostituire la Pascale con una figura più solida, più credibile, più coerente con i valori della destra e con la linea storica del cavaliere. Berlusconi dovrebbe fidanzarsi insomma, con l'unica figura rimasta fedele non solo a lui, ma a tutto quello che Berlusconi ha sempre sostenuto e rappresentato: Maurizio Gasparri. Sì, lo so che l'idea appare bislacca, ma superato il primo momento di sconcerto non potrete che darmi ragione. Perfino Berlusconi chiederà la mano di Maurizio entro domani, ne sono convinta. Il punto è che la Pascale sta trasformando Berlusconi in una specie di macchietta triste, totalmente in balìa di un progressismo coatto e vari Dudù che starebbero bene nel marsupio della Minetti e torte cafonal con troni e scettri e risse fuori dallo stadio e cerchi magici che decidono le linee guida del partito e pure il colore delle mutande che deve indossare. Il povero Silvio era il Califfo e ora è Mister Calippo. Una parabola di una mestizia ciclopica. Gli è toccato pure dire che è dalla parte degli omosessuali. A lui, che se deve pensare a una cosa spaventosa per evitare di ingrifarsi quando gli passa davanti una donna che non sia la Pascale, pensa a un omosessuale o a Ingroia. O ancor peggio, a Ingroia omosessuale. Quest'uomo va salvato. E come Obama deve buona parte del suo successo a Michelle, bisogna che si metta in testa che solo Gasparri può essere la sua Michelle. Solo Gasparri può restituirgli un'identità forte e credibile. Perché Gasparri, mentre tutti i suoi fedelissimi si sono lasciati affascinare dai venti del renzismo, resta l'ultimo militante del partito. L'ultimo a dire cose di destra, senza paraculismi e contaminazioni. Mentre la Santanchè limona Sallusti fantasticando sul selfie di Renzi a Palazzo Chigi, lui è un uomo solo, nella trincea di twitter, a sparare contro il nemico. Tante sono le sue memorabili battaglie sul suo social preferito. In primis, quelle che combatterebbe ancora Silvio, col coltello tra i denti, contro gli omosessuali, se solo potesse ancora essere se stesso. Indimenticabili i suoi tweet su Conchita Wurst. La Pascale è al gay Village con Vladimir, lui twitta "Conchita è ignobile, deve sparire!". Neanche «deve vestirsi più sobria!», no, deve proprio sparire. Estinguersi. Come i t-rex. Definisce i matrimoni gay "un passo di inciviltà". Poi passa a Renzi. Gli dà del buffone, minaccia di denunciarlo, dice che perde colpi e così via. Non si pronuncia stranamente sul fatto che il premier si sia inchiattito, ma in compenso posta un'impietosa foto di Fassino scheletrico al mare e twitta "Portateje due fettuccine!". Poi sistema l'ex berlusconiano divenuto alfaniano Quagliarello . "Sei vivo grazie a Cesa", gli twitta per rammentargli che è stato eletto grazie all'Udc. Perché Maurizio i traditori di Silvio li cazzia, mica come la Pascale che ora vuole far pace pure con l'ingrata Carfagna. Ma ha una sua linea coerente anche in fatto di droghe. Formigoni scrive un tweet su Bob Marley e lui gli ricorda che era un drogato. Perché Maurizio è fedele a se stesso, mica come Silvio che tra un po' si farà fotografare mentre rolla una canna per i vecchietti di Cesano Boscone. E poi mantiene quel giusto classismo che fa tanto destra radicale, per cui se un twittarolo gli dà del cretino, gli ricorda che lui è uno sfigato perché "hai solo 48 follower". Certo, lì ha rischiato la lapidazione a colpi di tweet, ma mica ha mollato. Mica ha chiuso l'account come Mentana. Maurizio, intrepido, è andato avanti. E allora è passato a sistemare il cinema radical chic. Vede La grande bellezza e per stroncarla già che c'è mette in mezzo pure Matteo Renzi, twittandogli: "Se tu sei diventato premier, allora anche Sorrentino può vincere un Oscar". Così, a gamba tesa, senza un perché chiaro all'umanità. Poi litiga con Virzì, ricordandogli che i suoi sono filmetti di serie B e alla Guzzanti sottolineando che i suoi film sono flop al botteghino. Perché Maurizio è così. Se Lars Von Trier attaccasse Berlusconi, lui gli twitterebbe "Continua a fare cinepanettoni minchione sociopatico". Non perdona neanche un altro nemico storico di Silvio, Fabio Fazio. "Tu sei la denigrazione al servizio della sinistra!". Parole forti, che hanno scosso il paese. Ma per Silvio, Gasparri non esita neppure a liquidare tutte le "più belle che intelligenti" di berlusconiana memoria. Per lui la Mogherini è una colf, la Pinotti porta sfiga, la Fornero e la Bindi due befane, la Merkel orrenda e la Littizzetto una miserabile. Sistema anche Della Valle e Montezemolo con un tweet per Italotreni: "Presto chiuderete!". Una gufata epocale. Infine, mette anche al servizio della politica estera la sua ars diplomatica, twittando con sobrietà "Obama go home" e "Inglesi coglioni". Insomma, l'unica vera opposizione oggi al governo la fa Gasparri. Ed è per questo che l'unica vera fidanzata di Silvio non può che essere lui, Maurizio. Anche perché diciamolo: in fondo, la vera svolta gay friendly di Silvio potrebbe essere questa. E poi ci guadagneremmo tutti. Maurizio smetterebbe di twittare, Berlusconi di lanciare palline a Dudù e loro due sorriderebbero felici in un posato su Chi. Silvio, pensaci. di Selvaggia Lucarelli

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