Carlo Cottarelli, la fatica di essere Mr Spending review
La lobby dei capi di gabinetto, le assurde regole sulle auto blu, i commessi pagati per non fare nulla. Carlo Cottarelli è un fiume in piena nell'intervista rilasciata a Beppe Severgnini durante la quale racconta l'avventura italiana da Mr Spending review. "Un anno pesante", ammette il commissario incaricato di trovare gli sprechi nella faraginosa macchina dello Stato. "La mattina spesso mi chiedevo: 'Che ci faccio qui?' Poi durante la giornata passava". A rendergli il lavoro molto difficile, spiega Cottarelli, "a parte le difficoltà politiche di fronteggiare certi temi, ma quelle ci stanno - è stato il mondo burocratico romano". Quello che gli è pesato è stato "il senso di esclusione, di non far parte di una struttura". "Ho avuto momenti di grande collaborazione", dice a Servegnini, "per esempio dalla Ragioneria generale dello Stato. Resta un fatto: per errore o per altri motivi, molto spesso i documenti non mi arrivavano". Capi di gabinetto - Incalzato dal giornalista del Corriere, Cottarelli racconta "il sistema dei capi di gabinetto". "Si conoscono tutti tra loro, parlano tutti lo stesso linguaggio. E i capi degli uffici legislativi: hanno in mano tutto e scrivono leggi lunghissime (ride) , difficilmente leggibili. Costituiscono un gruppo omogeneo, in cui è difficile entrare, con cui è difficile interagire. Spesso molti documenti non mi venivano dati. Non per cattiva intenzione, ma perché non facevo parte della struttura. Dopo una, due, tre settimane venivo a sapere le cose. Questa è stata un'enorme difficoltà". Altra cosa assurda quella delle auto blu: "Quando ho discusso col ministero della Difesa dell'opportunità che alcuni ufficiali superiori rinunciassero all'auto di servizio, ho scoperto che esiste un regolamento dell'Esercito e della Marina, ma non dell'Aviazione, che impedisce ai militari in divisa di andare in giro con l'ombrello. Non potendosi bagnare, devono prendere l'auto. Ecco, questa cosa mi è sembrata veramente un po' strana". E ancora: i commessi. "Molti, oggi, non hanno un vero lavoro da svolgere", denuncia il commissario, "stanno seduti alla scrivania nei corridoi ministeriali. Una volta mi hanno spiegato perché questi enormi corridoi non possano essere ristretti, razionalizzando gli spazi. Per la presenza dei suddetti commessi, che stanno lì a fare niente". Un incarico difficile - Cottarelli dal 1988 è a Washington DC presso il Fondo monetario internazionale (Fmi). Nel 2008 è stato nominato direttore del dipartimento affari fiscali. Nel 2013 viene chiamato in Italia da Enrico Letta per rivedere - leggi: tagliare - la spesa pubblica. Commissario per la Spending review. Incarico: tre anni. Ne è passato uno e Cottarelli torna al Fmi come direttore esecutivo per l'Italia. L'incarico professionale più difficile della sua vita? "Questo in Italia", risponde. Poi però chiude l'intervista gonfiando il petto: per strada la gente lo riconosce gli dice “Cottarelli vada avanti!”. "Ogni volta mi stupisco", rivela Mr Spending review, "credevo che, facendo questo lavoro, avrei ricevuto più insulti".