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Mafia Capitale, Vittorio Feltri: "Estremismi inadatti, sotto le camicie nere non c'è niente"

Gian Marco Crevatin
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"Le formazioni estremiste in Italia sono destinate a fare una brutta fine". Dopo la dura requisitoria di Marecello Veneziani su Il Giornale di ieri, in cui sparava a zero su una certa destra, "estrema e cazzuta" non in grado di governare ma solo capace di imbastire "comizi cortei e striscioni" ci si mette pure Vittorio Feltri, che sul quotidiano diretto da Alessandro Sallusti commenta le sorti dei due estremismi in Italia. Estremismi - "La sinistra spinta non esiste" sentenzia Feltri mentre "la destra, invece, non si è limitata a frantumarsi e a rendersi ininfluente nei grandi giochi di potere: si è trasformata in un coacervo dove spiccano fior di farabutti, ex picchiatori, terroristi e individui incapaci di attenersi alle norme di vita civile, ma capacissimi d'intrufolarsi nel Palazzo allo scopo di depredarlo." Secondo Feltri è questo il punto, in quanto "usciti dalle cattacombe grazie a Mani Pulite hanno cessato di cantare Faccetta Nera e di menar le mani, trovando più vantaggioso dedicarsi all'accaparramento di posti e sottoposti dotati di ricco portafoglio". Camicie nere - Il problema è che si è esagerato con questo modus operandi e il fondatore di Libero ha precisato quanto "non siano stati all'altezza delle loro ambizioni, pretendendo troppo, persino di scalzare Berlusconi, sono caduti come corpi morti cadono". Di qui la chiosa, piuttosto disillusa e disincantata, Feltri nota come "si ha così l'ennesima conferma che le ali estreme degli schieramenti, fascisti e comunisti, sono macchiate da un peccato originale che impedisce ad esse di pesare in politica. Non godono della fiducia popolare. Sotto le camicie nere e rosse non c'è niente" in quanto "la democrazia non fa per loro".

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