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Pd, la battaglia a colpi di libri tra Veltroni e Renzi

Renzi e Veltroni

"E se noi domani" è l'atto d'accusa dell'ex-segretario contro Bersani. "Oltre la rottamazione" del sindaco di Firenze sancisce l'inizio ufficiale della sua campagna elettorale

Sebastiano Solano
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Il presenzialismo mediatico di Matteo Renzi sta mettendo a dura prova il tasso di nervosimo dei dirigenti del Pd. Enrico Letta, affannosamente, sta per ora riuscendo a parare bene le stilettate quoitidane del Sindaco di Firenze, anche grazie al patto di ferro stretto con Pierluigi Bersani e Guglielmo Epifani che hanno in mano le redini del partito. Verso Massimo D'Alema, invece, l'ex-rottamatore ha ormai portato a compimento la marcia di riavvicinamento: i due, in diversi incontri, hanno stiputo un accordo a prova di bomba in vista del congresso del partito, ossia Renzi a Palazzo Chigi e il dalemiano Gianni Cuperlo alla segreteria. Rosy Bindi, d'altra parte, ha ormai cambiato bersaglio: la sua opposzione al governo di larghe intese è almeno pari a quella dello stesso Renzi, suo acerrimo avversario alle Primarie del Pd.  La frecciata di Veltroni - Al netto din tutto ciò, il vero scontro sembra quello che vede contrapposti Walter Veltroni e Matteo Renzi. Stavolta, la politica c'entra poco, o comunque in maniera marginale. I due, infatti, sono ormai da giorni impegnati nella presentazioni dei rispettivi libri: Oltre la rottamazione (Renzi) e E se noi domani (Veltroni). Paradossalmente, mentro quello di Veltroni è un atto d'accusa nei confronti di Bersani, della sua gestione della campagna elettorale e di quella tragica del posto-voto, quello di Renzi è meno battagliero, meno votato all'attacco diretto agli avversari interni. Se Renzi con il suo libro è ormai in piena campagna elettorale, Veltroni prova togliersi qualche sassolino dalla scarpa, anche perché a causare la sua uscita di scena è stato prorpio Renzi. Oggi, lunedì 3 giugno, l'ex-segretario del Pd si trovava ad esempio a parlare del suo libro a Roma, insieme ad Eugenio Scalfari. Stuzzicato sul presidenzialismo, Veltroni ha così attaccato Renzi: "Mi dovrebbe molto come diritti di autore. I valori della sinistra cadono di fronte al dialogo con certi grandi finanzieri. In Italia ci sono i disperati e lui dialoga con Briatore". Il riferimento è al recente incontro che Renzi ha avuto con Briatore, che ha scatenato un putiferio nel Pd, data la lunga amicizia dell'ex-patron della Renault-Benetton e Silvio Berlusconi.  Battaglia mediatica - L'incontro ad Arcore, la partecipazione ad Amici, la pubblicazione del suo libro con la Mondadori del Cav e ora l'incontro con Flavio Briatore, fanno infatti di Renzi - secondo l'inoppugnabile logica della sinsitra - un berlusconiano doc. Un comportamento troppo osè (politicamente, s'intende) per Veltroni, che nella campagna elettorale del 2008 Berlusconi non si azzardava nemmeno a nominarlo. Ma l'attacco di Veltroni a Renzi non sembra di natura squisitamente politica. Anche perché i due, poco prima dell'elezione di Epifani alla segreteria, erano concordi nell'indicare Sergio Chiamaparino alla segreteria, oltre ad unirli un'idea di partito molto simile. Da qui il sospetto: ma non è che Veltroni rosica? Magari perché si parla tanto del libro di Renzi, che sta facendo il giro delle sette chiese (leggi trasmissioni tv) per parlarne, mentre del suo pochi ne conoscono l'esistenza? Se così fosse, bisogna capirlo: entrambi si disputano infatti la stessa, infinitesimale nicchia di mercato. E si sa che i libri scritti dai politici, a differenza di quelli scritti sui politici, non sono mai stati dei best-seller. E poi voi ve l'immaginate una folla pronta ad assaltare una libreria per comprare la sagra della banalità, la fiera del luogo comune di Renzi o, peggio ancora, per rivivere quei due, tragici mesi, fatto di veti incrociati, guerre intestine, insulti, giochi di potere mentre la crisi economica stava gettando nel baratro l'Italia intera? No, grazie. Gli italian, fatte le dovute eccezioni, hanno già dato.

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