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Benigni, show a Firenze: rispunta la canzone contro Berlusconi. Il video

Il XIII Canto dell'Inferno è un pretesto: il comico toscano si scatena solo pizzicando Silvio e il centrodestra

Giulio Bucchi
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Passano gli anni, ma l'ispirazione di Roberto Benigni è sempre la stessa: Silvio Berlusconi. Sì, va bene Dante Alighieri e la cultura, la Divina Commedia e l'interpretazione del XIII Canto dell'Inferno, quello degli ipocriti, che il comico e attore toscano ha messo in scena sabato sera dal palco di piazza Santa Croce, a Firenze. Ma sotto sotto, quel che garantisce al Piccolo diavolo il pieno di applausi (e titoli) è sempre lo sfottò al Cavaliere. D'altronde, il leader del Pdl è sempre sulla cresta dell'onda: lui resta, i suoi avversari passano. Ne prende atto anche Benigni, che non a caso ripropone un suo vecchio cavallo di battaglia, quella Canzone del Cavaliere datata 1996 ed aggiornata al 2013. Il ritornello è noto, Silvio si compra tutto: "Io sono il boss, il padreterno, lo so che ora è un altro al governo, ma chi comanda sono sempre io. Compro tutto dall'A alla Z, ma quanto costa questo cazzo di pianeta? Poi compro Dio, sarebbe a dire compro me stesso". Roba nota, ma i 3.000 presenti ridono di gusto. E' l'eterno spettacolo dell'antiberlusconismo, e fa sempre presa. C'è spazio per qualche caduta di gusto, come quando guardando la statua di Dante in piazza Santa Croce, che ha un "uccello ai piedi", sottolinea come se fosse stata quella di Berlusconi "sarebbe stata il contrario". Ascolta la canzone contro il Cav su LiberoTv Da Alfano a Calderoli - La satira a senso unico di Benigni, fintamente ecumenico, ne ha anche per Angelino Alfano ("Ha detto che sul Kazakistan non sapeva niente: guardandolo, si capisce che non sa niente") e il leghista Roberto Calderoli ("In Italia ci sono anche persone sensibili, dolci: Calderoli... io gli voglio bene come se fosse normale"). E al Partito democratico riserva qualche battutina, naturalmente virata BerlusconI: "Povero Pd: ha aspettato 30 anni per vedere una condanna di Silvio e ora, il 30 luglio se la Cassazione condannerà il Cavaliere, non potrà esultare: sono alleati", sghignazza Roberto dopo la battuta un po' abusata in queste settimane (ricordate Maurizio Crozza a Ballarò?). Bonario l'omaggio al padrone di casa, il sindaco nonché aspirante leader Pd Matteo Renzi: "E' uomo dei primati... è riuscito a perdere contro Bersani...". Si ride a denti stretti, ma la platea si accontenta quando in pasto il buon Benigni le dà il caro, odiatissimo Silvio.

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