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I giornalisti de l'Espresso contro De Benedetti: sciopero a Repubblica

L'Ingegnere ha appena incassato 500 milioni da Berlusconi, ma il suo gruppo editoriale lascerà comunque a casa 80 giornalisti

Matteo Legnani
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Sabato 21 settembre, il quotidiano la Repubblica non sarà in edicola. E potrebbe essere il primo di una serie di scioperi. Dopo una lunga assemblea i giornalisti del quotidiano diretto da Ezio Mauro hanno approvato un pacchetto di 11 giorni di agitazione da fissare senza preavviso. La redazione si oppone al piano di riduzione dei costi del gruppo L'Espresso che prevede, attraverso dei prepensionamenti, di tagliare 80 degli attuali 440 redattori. La redazione ha giudicato irricevibile le richieste aziendali per l'assenza di un progetto industriale di rilancio a fronte della richiesta di entrare in stato di crisi. La tensione, già alta, si è impennata dopo la recente sentenza della Corte di Cassazione che ha condannato Silvio Berlusconi a risarcire con circa 500 milioni Carlo De Benedetti per le vicende legate al “lodo Mondadori”. I dipendenti e i giornalisti del gruppo, per tanti anni a fianco dell'ingegnere nella lotta contro il Cavaliere, avevano pensato che il corposo risarcimento potesse essere investito nel gruppo editoriale, in maniera da evitare la riduzione dei costi e i tagli al personale. In realtà le speranze dei lavoratori erano state spente dal presidente del gruppo Espresso proprio all'indomani della sentenza: "Questa cifra è destinata alla Cir e non a me, neanche indirettamente, avendo recentemente donato ai miei tre figli il controllo del Gruppo" aveva dichiarato De Benedetti. Poco dopo è arrivata anche la conferma dell'ad del gruppo, Monica Mondardini, di andare avanti con il piano di prepensionamenti. di Luciano Capone

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