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Quaran'anni fa l'addio a Elvis Presley

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Matteo Legnani
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Esattamente 40 anni fa,il 16 agosto 1977, moriva Elvis Presley. The"king" venne trovato morto in bagno  la mattina di quel giorno dalla fidanzata del momento, Ginger Alden. Per gli Stati Uniti fu uno choc: Elvis era forse il personaggio più famoso e ammirato dal dopoguerra e, nonostante le condizioni fisiche pietose, sovrappeso e intontito a causa del consumo di alcol e droghe, aveva solo 42 anni. Forse fu anche per questo che, in tanti, si rifiutarono allora di accettarne la morte, sospettando che il "Re", stufo della sua popolarità, avesse simulato il decesso per "sparire nel nulla" e rifarsi una vita da anonimo cittadino. La teoria del complotto venne poi suffragata nei mesi successivi da una serie di fatti e di misteri che gettano effettivamente un'ombra sulla ricostruzione ufficiale dei fatti. In tutto, secondo il "complottismo ufficiale" sono in tutto dieci i "misteri" che hanno circondato e ancora circondano la morte del cantante. Primo mistero: il secondo nome di Elvis, come da certificato di nascita e di morte, è Aron, con una sola “a”. Però, sulla tomba è scritto, incredibilmente, con due “a”: Elvis Aaron Presley. Segno che il padre sapeva che era vivo. Il secondo: sul primo certificato di morte, sparito e sostituito con un altro, datato due mesi dopo, il peso di Elvis non corrisponde a quello degli ultimi giorni di vita. Il terzo: esisterebbero due bare. La prima non arrivava ai 90 chili. Impossibile dunque che contenesse il corpo di Elvis che, al momento della morte, ne pesava 158. Sarebbe stata presto sostituita da una seconda bara di oltre i 400 chili, perché aveva all'interno non il corpo di Elvis, ma una statua di cera a sua immagine e somiglianza, con relativo impianto per non farla sciogliere. Il quarto: la firma sul certificato di morte appartiene alla stessa mano che per anni ha autografato foto, scritto lettere, mandato inviti, siglato documenti ufficiali. La grafia è identica, dunque sarebbe stato lo stesso Elvis a firmare la sua morte. Il quinto: nell'autopsia di Elvis, che sarà resa pubblica solo tra dieci anni, si parla di una cicatrice che dall'ombelico sale fino al collo. Elvis non era mai stato operato e non aveva cicatrici, come dimostrano le infinite foto che lo ritraggono con la camicia aperta. Il sesto: l'unica foto del cadavere nella bara, scattata dal cugino, mostra un Elvis magrissimo e molto più giovane di quanto sembrasse nel 1977. Il settimo: secondo alcuni, il corpo nella bara aveva naso e sopracciglia arcuate che Elvis non aveva, oltre a una basetta che si staccava, come se fosse stata appiccicata. L'ottavo: due ore dopo la scoperta del cadavere, un uomo comprava, pagando in contanti, un biglietto per Buenos Aires. La prenotazione era stata fatta a nome John Burrows, uno degli pseudonimi che Elvis usava abitualmente. Il nono: i due libri più importanti per Elvis, quelli da cui non si separava mai, sono scomparsi e mai più ritrovati. Il decimo: il giorno dopo la morte di Elvis, la sua fiamma Lucy De Barbon trovò nella buca da lettere una rosa, inviata da El Lancelot, il soprannome che Elvis usava con lei e che nessun'altra persona al mondo conosceva.

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