Alessandro Sallusti controcorrente. "Vi spiego perché sto dalla parte del maialone..."
Fausto Brizzi è "finito nel tritacarne (per ora) mediatico dopo l'accusa di una decina di attricette che sostengono di essere state da lui molestate" e "lo star system lo ha già condannato: fuori, impresentabile. Al punto che il suo ultimo film - Poveri ma ricchissimi con Christian De Sica, in uscita per Natale - andrà nelle sale censurato del suo nome" come deciso da Warner Italia. Bene, Alessandro Sallusti, lo vorrebbe "conoscere il signor Warner Italia. Sono curioso di vedere che faccia ha uno così ipocrita da fare soldi con la ciccia del (presunto) maiale senza dire al consumatore che sta per mangiare la carne di un porco - scrive nel suo editoriale sul Giornale - evidentemente per questi moralisti le (presunte) molestie non valgono l'incasso della pellicola, che a quanto pare - e io dico per fortuna - andrà regolarmente in sala. Vorrei chiedere al signor Warner Italia come fa a divulgare e vendere il genio, il talento e la professionalità di uno che considera un maiale e pensare di salvarsi la coscienza sbianchettando il suo nome". E conclude Sallusti: "Tra il maiale e chi usa il maiale vergognandosi non ho dubbi: sto dalla parte del maiale, che almeno paga le sue maialate. E la morale di questa storia sull'immoralità del cinema e dello spettacolo è che c'è poca differenza tra vittime, carnefici e presunti giudici della morale. È una gigantesca presa per i fondelli, dove maiali e mascalzoni si scambiano solo la parte. Ma come noto, invertendo gli addendi, il risultato non cambia".