De Benedetti su Scalfari: "La frase su Berlusconi? Per vanità: un danno a Repubblica"
Carlo De Benedetti, già editore del gruppo Repubblica-Espresso, in una lunga intervista al Corriere della sera non ha potuto nascondere tutto il suo disappunto per la famigerata presa di posizione di Eugenio Scalfari, fondatore del suo quotidiano, a favore di Silvio Berlusconi, pur di non votare per Luigi Di Maio. A De Benedetti non è bastato il tentativo di rettiffica di Scalfari, anzi si è dimostrato ancora indispettito: "È una questione improponibile - ha detto - Si può restare a casa, o votare scheda bianca. Berlusconi fa venire in mente quando, rovistando tra le cose vecchie, si trova un abito in disuso. E infilando la mano nella tasca spunta un vecchio biglietto del tram già obliterato". Per approfondire leggi anche: Scalfari a Di Martedì: "Tra Berlusconi e Di Maio? Ecco chi voterei" Il giudizio sul fondatore di Repubblica diventa quasi impietoso quando Aldo Cazzullo chiede come sia stata possibile un'uscita in tv del genere: "Farebbe meglio a preservare il suo passato - ha detto l'ingegnere - Penso che l'abbia fatto per vanità, per riconquistare la scena. Ma è stato un pugno nello stomaco per gran parte dei lettori di Repubblica, me compreso. Berlusconi è un condannato in via definitiva per evasione fiscale e corruzione della giustizia. Se non fosse per l'età, sarebbe un endorsement sorprendente per uno come Scalfari che ha predicato, sia pure in modo politicamente assai cangiante, la morale". Per approfondire leggi anche: L'attacco brutale al fondatore di Repubblica: "Indecente reazionario..." Al di là dell'aspetto più sentimentale, De Benedetti ha un timore ben più forte sugli effetti della frase di Scalfari e riguarda le sue tasche: "Penso che la risposta di Scalfari abbia gravemente nuociuto al giornale".