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Vittorio Feltri, risposta durissima a Gianluigi Paragone: "Attaccano il M5s e ti lamenti. Cosa ti aspettavi?"

Davide Locano
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Di seguito, pubblichiamo il botta e risposta pubblicato su Libero di martedì 18 settembre tra Gianluigi Paragone e Vittorio Feltri: si parla della stampa che, secondo il senatore M5s, criticherebbe (troppo) questo governo. Il nuovo motivetto dell'estate tanto caro al giornalone unico Corriere-RepubblicaStampa è stato: il governo pentastellato dà risposte sbagliate a domande giuste. Ragioniamoci su. 1. Quali sono le domande giuste? Il lavoro sottostimato, retribuzioni fuori dalla dignità, diritti dei cittadini (dalla casa alla sanità, dalla sicurezza alla scuola) che evaporano mentre la ricchezza delle élite si gonfia oltre i meriti, periferie che scoppiano nel menefreghismo totale di chi dice "Avanti c'è posto", come fosse una bella fotografia delle pubblicità Benetton (ops, questa non la dovevo dire: peste populista mi colga). 2. Quali sono le risposte sbagliate? A sentir loro tutte quelle che abbiamo finora posto, dalla nave Diciotti al decreto Dignità passando per le reazioni verso Autostrade per l'Italia dopo il crollo del Ponte Morandi. Tutte risposte sbagliate sebbene le domande di partenza fossero giuste. Leggi anche: "Ha perso lucidità. Con Salvini...": Feltri affonda (ancora) Berlusconi Io penso che già il fatto di aver individuato le domande giuste significa che abbiamo chiara com'è l'Italia in questo momento, che l'abbiamo ascoltata e l'abbiamo toccata con mano. Di per sé è già un punto di vantaggio perché gli altri non lo hanno fatto preferendo di gran lunga condividere i salotti buoni, luoghi settari e privilegiati dove fa figo parlare di inclusione e accoglienza (tanto che vuoi che gliene importi a costoro...). Se dunque le cose stanno così, domando: davvero le risposte di questa maggioranza sono sbagliate? Non è che forse sono le uniche possibili perché il popolo le rivendica? Più passa il tempo e più penso che la matrice di queste risposte sia giusta, sicuramente perfettibile, ma certamente giusta, nel senso della direzione. Se i soldi sono quelli che sono e se i paletti imposti dall'Ue non si possono abbattere (per quanto io continui a ritenere che non siano un baluardo sensato) allora la scelta va fatta rispetto all'obiettivo: chi vogliamo aiutare ora? Quelli di prima avevano scelto di volgere lo sguardo ai prenditori, ai grandi gruppi, alle banche. Di qua? Di qua non resta che essere coerenti con chi ci ha votati: piccoli imprenditori da far respirare fiscalmente e da tutelare sui mercati per evitare che le loro fatiche siano calpestate dai cosiddetti mercati emergenti; lavoratori che chiedono non di bighellonare ma di essere messi nella condizione di avere ancora un minimo di dignità sui luoghi di lavoro e non essere trattati da sfruttati, famiglie da aiutare sul piano delle tasse e da proteggere rispetto a tariffe ingiustificabili. Tutte cose non contemplate nella dialettica dei commissari europei che vedono piccoli Mussolini in giro e che sono ciechi di fronte ai crescenti disequilibri sociali. di Gianluigi Paragone Senatore M5s *** Caro Gianluigi, ti confesso di non aver capito molto a proposito del tuo sfogo. Tu sei grillino e ti lagni giacché i giornaloni criticano il partito cui appartieni e pure la Lega. Ma cosa ti aspettavi di diverso? Questo governo d'altronde, a parte gli interventi di Salvini a riguardo della immigrazione, non ha finora combinato niente anche perché in agosto la baracca parlamentare è stata chiusa per ferie. Di Maio ha sparato varie sciocchezze condensate nel decreto dignità, poi si è dedicato alla chiusura festiva degli esercizi pubblici, infine ha insistito sul reddito di cittadinanza nonché sull'aumento delle pensioni sociali. Una serie di ipotetici provvedimenti destinati a rivelarsi boiate pazzesche. Il resto delle iniziative dell'esecutivo è il vuoto spinto, il nulla. E allora come possono i giornalisti mostrare simpatia per i pentastellati e compagnia degradante? I ministeri precedenti, da quelli di Centrodestra a quelli di Centrosinistra, non hanno fatto molto di più o hanno fatto addirittura di peggio, tuttavia ciò non significa che i gialloverdi si siano distinti per probità. Siamo alle solite. Il Paese non diventerà migliore solo perché tu sei stato eletto nelle liste dei 5 stelle. Rimarrà lo schifo che è sempre stato e grazie a Di Maio sarà ancora più ridicolo poiché il terroncello è capace solamente di dire fesserie e soprattutto di farne. di Vittorio Feltri

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