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Marco Travaglio, rivolta al Fatto quotidiano: "Quanto paghiamo Di Battista?", i giornalisti lo mollano

Giulio Bucchi
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Non è mai bello parlare delle beghe dei giornali, però quando certi politici sparano cavolate la categoria è costretta a rispondere. Stavolta, poi, la notizia è ancora più succulenta perché riguarda Il Fatto quotidiano, notoriamente vicino alle posizioni del Movimento Cinquestelle, anzi così vicino da avere deciso di ospitare ogni due settimane un reportage di Alessandro Di Battista, il leader grillino del futuro che a Natale tornerà dal suo viaggio in Sud America, ma intanto, beato lui, pontifica dalle spiagge del Guatemala e dal Nicaragua con compagna e figlioletto al seguito. Chi paga i pezzi di Dibba intorno al mondo? L' ex parlamentare pentastellato è partito con un contratto in tasca firmato in Italia nella sede del Fatto e lo stile un po' gradasso di chi dice io so' io e voi nun siete un c...o. Poi la settimana scorsa, nel giorno in cui Virginia Raggi è stata assolta dall' accusa di falso nel processo in cui era imputata, ha fatto lo show via social al grido di «giornalisti puttane, pennivendoli», «infami sciacalli», «avvoltoi» e tutto un repertorio di altre amenità varie che la stampa non ha tanto digerito e a cui ha risposto con manifestazioni di piazza. Lui, intuito il problema, ha provato a fare una parziale marcia indietro, ma il risultato è che perfino all' interno della redazione del Fatto c' è chi ha detto: basta, ora è troppo. Ne dà notizia Dagospia, che parla di un' assemblea infuocata, venerdì pomeriggio, dove il caso Dibba è stato uno dei punti sollevati dai cronisti. «Adesso diteci quanto prende», è stata la richiesta dell' organismo sindacale all' azienda. Richiesta, ovviamente, rispedita al mittente perché nessuno dei responsabili vuole scucire la cifra esatta con cui l' ex deputato viene pagato per mandare i suoi pezzi e i suoi video. «È riservato». Si sa solo che il grillino non è nella lista dei collaboratori a borderò, cioè il compenso non è in base al numero degli articoli che manda, come fanno tutti quelli alle prime armi che si sudano uno spazio per prendersi quattro lire, ma è un fisso «onnicomprensivo» che riguarda sia la parte cartacea sia i contenuti del Loft, la tv del Fatto. In sintesi: un contratto. La precisazione non è secondaria visto che come in ogni redazione, anche i colleghi del giornale diretto da Marco Travaglio, hanno il loro bacino di "precari" che aspettano magari da anni un contrattino, oppure gli aumenti che stentano ad arrivare, i bonus, gli agognati benefit e invece, guarda tu, arriva questo che oltre a insultare la categoria si prende pure un bel gruzzolo. Il "collettivo" del Fatto, insomma, sarebbe arrivato a minacciare addirittura lo sciopero delle firme contro la permanenza del grillino su quelle colonne, circostanza però smentita dal Cdr con un comunicato inviato ieri sera sempre a Dago. In verità, la maretta nella redazione romana è tanta. E non solo a causa di Di Battista. C' è pure l' ingaggio di Fabrizio Corona ad agitare l' assemblea. L' ex re dei paparazzi, neo fidanzato di Asia Argento, è stato preso per un progetto tv con "Loft". I colleghi del Fatto non hanno gradito. Pare che Corona si sia presentato in redazione in bicicletta, improvvisando uno show dei suoi: «Questo sì che è un giornale libero». di Brunella Bolloli

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