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Marco Travaglio, a DiMartedì la ridicola difesa di Luigi Di Maio: "Se fosse stato Silvio Berlusconi..."

Davide Locano
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La difesa ad oltranza di Luigi Di Maio ad opera di Marco Travaglio, leader del M5s nonché direttore del Fatto Quotidiano, è proseguita sugli schermi di DiMartedì, il programma condotto da Giovanni Floris su La7. Giorni difficili, per Travaglio, che deve parare i colpi che arrivano da tutte le parti contro il leader del suo partito, il M5s: Di Maio, come è noto, è sotto attacco per la vicenda dei lavoratori in nero nell'azienda di famiglia. E così, il direttore dell'house organ pentastellato, spiega che "la colpa di Di Maio è non aver fatto il quarto grado a tutti i suoi parenti prima di candidarsi e non essersi comprato Mediaset o i grandi giornali". Insomma, la "colpa" sarebbe stata quella di non aver messo sotto torchio papà (Travaglio, dunque, lo fa passare come un santo, al massimo un poco ingenuo). Ma non solo, emblematico il passaggio su Mediaset o i grandi giornali: come un tic, Travaglio per difendere il suo cocco grillino tira ovviamente in ballo Silvio Berlusconi, la sua ossessione. Già, povero Giggino, lo attaccano perché non ha Mediaset, cosa che al contrario aveva Berlusconi. Eppoi i "grandi giornali", che lo bersagliano perché non sono controllati dal M5s. Una difesa che fa acqua da tutte le parti: Marco Manetta, mister legalità, farebbe bene ad arrendersi allo scandaluccio che travolge la famiglia del grillino, punto e stop. Senza tirare in ballo Berlusconi. Leggi anche: Sesso Renzi-Cav, Travaglio: altro delirio in prima sul "Fatto"

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