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La telefonata per la Ligrestiche imbarazza la Cancellieri:"In cella non mangia più..."

Annamaria Cancellieri

Il ministro della Giustizia si attivò per la figlia di Salvatore, che ottenne subito i domiciliari: una chiamata, 10 giorni dopo la scarcerazione

Andrea Tempestini
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Una telefonata che imbarazza il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri. "La persona che potrebbe fare qualcosa per Giulia è il ministro Cancellieri". Così, lo scorso 7 agosto, la compagna di Salvatore Ligresti, Gabriella Fragni, intercettata, parlava al telefono con il cognato, Antonino Ligresti, e trascinava il Guardasigilli negli atti dell'inchiesta su Fonsai che ha portato all'arresto dell'intera famiglia del finanziare siciliano. La storia l'ha tirata fuori Repubblica ieri e oggi, 1° novembre 2013, è una delle notizie più importanti per tutti i quotidiani, con pagine intere in cui esponenti politici e editorialisti di punta chiedono le dimissioni della "nonna d'Italia". Tutti tranne il Corriere della Sera. Il giornale di via Solferino con un richiamo microscopico in prima rimanda l'argomento addirittura a pagina 21, addirittura dopo un'apertura dedicata alla nuova vita della "talpa" Snowden, nella quale viene rivelato che lavorerà per un social network russo, il censimento in Bosnia e la frase choc della Le Pen sugli ostaggi in mano ai qaedisti. Solo sfogliando il quotidiano fino a pagina 21 si trova la notizia che apre tutti i telegiornali: "Cancellieri sotto attacco" e poi sotto le intercettazioni che inchiodano la Guardasigilli. Secondo voi la Cancellieri si deve dimettere? Vota il sondaggio di Libero La ricostruzione - Con quella telefonata, la Fragni cercava di trovare una soluzione per Giulia Ligresti, agli arresti e in condizioni di salute precarie. Così a chiamare la Cancellieri ci pensò Antonino Ligresti. Il ministro della Giustizia rispose, e si attivò parlando con due capi di dipartimento del Dap (Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria) per sensibilizzarli sulla condizione di Giulia Maria Ligresti, che soffre di anoressia. Il 28 agosto Giulia uscirà dal carcere.  "Intervento umanitario" - La Cancellieri spiegò al procuratore aggiunto, Vittorio Nessi: "Si è trattato di un intervento umanitario assolutamente doveroso in considerazione del rischio connesso con la detenzione". Nessi la volle sentire poiché cercava di ricostruire l'intera vicenda. La parentesi, per la Cancellieri, si risolse senza alcun risvolto penale. Ma nonostante ciò, nel verbale d'interrogatorio del 22 agosto, resta la traccia delle parole del ministro, che si è interessato in prima persona per aiutare Giulia Ligresti. "Tutto quello che posso" - Nel corso di giovedì 31 ottobre, però, sono trapelate altre intercettazioni che rendono più complessa la posizione della Cancellieri. Il 17 luglio scorso diceva alla Fragni: "Se tu vieni a Roma, proprio qualsiasi cosa adesso serva, non fate complimenti guarda non è giusto, guarda non è giusto". E ancora: "Io sono mesi che ti voglio telefonare per dirti che ti voglio bene, la mia vita mi scorre in una maniera indegna". Il ministro continua: "Sono veramente dispiaciuta. Ma sono mesi che ti voglio...poi ci sono state le vicende di Piergiorgio (Peluso, ndr) quindi...guarda....". Nelle ultime battute della telefonata, la Cancellieri ribadisce: "Io non so se e quando mai rientrerò a MIlano, ma appena riesco ad arrivarci ti vengo subito a trovare. Però qualsiasi cosa, veramente, con tutto l'affetto di sempre (...). Ti abbraccio con tantissimo affetto". "Intervento doveroso" - Al procuratore di Torino Nessi, la Cancellieri ha poi ammesso: "Effettivamente ho ricevuto una telefonata da Antonino Ligresti, che conosco da molti anni. Ligresti, mi ha rappresentato la preoccupazione dello stato di salute della nipote Giulia Maria". Poi, come detto, il Guardasigilli ha confermato di aver "sensibilizzato i due vice capi di dipartimento del Dap, Francesco Cascini e Luigi Pagano, perché facessero quanto di loro stretta competenza per la tutela della salute dei carcerati. Si è trattato di un intervento umanitario assolutamente doveroso". "Nessuna interferenza", ha quindi concluso il ministro, spiegando che è comunque pronta a riferire e chiarire la vicenda in Parlamento. Ma a molti onorevoli non basta. "Se ciò che viene riportato oggi dagli organi di stampa trovasse conferme, ritengo francamente che il ministro Cancellieri dovrebbe fare un passo indietro e rassegnare le dimissioni", è la posizione (comune a quella del Movimento 5 Stelle) del deputato Pd Ernesto Carbone, renziano. Se si muovono anche le truppe del rottamatore, per Letta e il suo governo rischiano di suonare campane a morto. La storia - La vicenda era iniziata il 17 agosto, quando Giulia è in carcere da un mese per le vicende Fonsai. Ha già detto di voler patteggiare, ma nonostante ciò il giudice per le indagini preliminari ha respinto la richiesta dei suoi avvocati che chiedono di affidarla ai domiciliari. Così i parenti, preoccupati per la sua salute, iniziarono a cercare delle sponde. La vicinanza tra il ministro Cancellieri e la famiglia Ligresti è nota: il filgio del Guardasigilli, Piergiorgio Peluso, è anche stato dirigente della compagnia assicurativa Fondiaria Sai.  Il documento - Repubblica, nel suo articolo, dà conto anche di altre circostanze particolari. In procura a Torino, poco dopo Ferragosto, arrivò un referto inviato dalle psicologhe del carcere dove Giulia era detenuta, apparentemente senza alcuna sollecitazione. Il documento fu poi spedito ai pm per segnalare l'anoressia e la depressione della ragazza, e certificare che le condizioni di salute fossero incompatibili con il carcere. I giudici furono così obbligati a nominare un medico legale, che accertò le cattive condizioni di salute della detenuta, alla quale vennero concessi i domiciliari.

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