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Ligresti, Lerner difende la Cancellieri: "Che ha fatto di male?"

Annamaria Cancellieri

L'ex conduttore di "Zeta" si schiera dalla parte della ministra: "Non ha sbagliato. Insensato parlare di dimissioni. Deve restare al suo posto..."

Ignazio Stagno
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Il partito della Cancellieri. Ormai è chiaro esiste e si fa sentire. Dopo le pressioni del ministro della Giustizia per concedere i domiciliari a Giulia Ligresti, facendo di fatto una seprazione tra detenuti di serie "a" e detenuti di serie "b" i giornaloni di casa nostra la difendono fedelmente respingendo qualunque ipotesi di dimissioni. In prima fila a difesa di palazzo della Guardasigilli si è schierato il Corriere della Sera. Ma ora a salire sul carro dei difensori d'ufficio della Cancellieri c'è anche Gad Lerner. Lo stesso che chiedeva  le dimissioni di Angelino Alfano nel caso Shalabayeva, ora invece grida "nessuno tocchi la Cancellieri". La difesa di Lerner - Dal suo blog Gad Lerner si schiera in modo netto con il ministro e afferma: "A meno di voler discutere le sue amicizie di una vita, e l'economia di relazione che ricolloca il figlio di lei come manager fra Unicredit, Fonsai e Telecom -ma questi non sono reati- io non vedo cosa abbia fatto di male la ministra della Giustizia, Anna Maria Cancellieri. Voi mi direte: doveva respingere le telefonate con richiesta d'aiuto provenienti dai Ligresti? O trovare parole di circostanza più accurate per non equivocare fra solidarietà umana e interessamento privilegiato? Tutto vero, col senno di poi. La Cancellieri c'è cascata. Ma, in coscienza, quando ti prospettano il pericolo di vita in cui versa un/una detenuto/a, cosa c'è di male nel segnalarlo ai responsabili dell'amministrazione penitenziaria?" Insomma per Gad è tutto in regola. Lerner evita ovviamente di parlare del figlio della Cancellieri, che ha lavorato per la Fonsai, l'assicurazione di Ligresti, beccandosi dopo un solo anno di lavoro circa 3,6 milioni di euro. Dettagli per Lerner che non vale nemmeno la pena di citare nel suo post pro-Cancellieri. Eppure le cose strane in questa storia sono tante. Punti oscuri - Un ministro ha alzato il telefono per "sollecitare" l'amministrazione penitenziaria a concedere i domiciliari ad una donna che "soffre di problemi di anoressia". I detenuti e le detenute che hanno diversi problemi di salute sono migliaia ma la Cancellieri non ha mai alzato il telefono per nessuno di loro. Insomma il ministro ha chiamato, ha detto la sua, la Ligresti era fuori dal carcere dopo dieci giorni e nessuno deve chiederne le dimissioni. Eppure come ricoda il direttore di Libero, Maurizio Belpietro nel caso di Silvio Berlusconi che telefonò alla questura di Milano per Ruby, i pesi e le misure adottate dalla politica e soprattutto dalla magistratura sono state ben diverse: "Ma se a Berlusconi hanno dato tale pena, cosa dovrebbero dare al ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri per aver intercesso a favore della scarcerazione della figlia di Salvatore Ligresti? L'ergastolo?". Insomma due pesi due misure. Anche nel caso kazako per Angelino Alfano quasi tutta la stampa rossa si è schierata sul fronte delle dimissioni. Per la Cancellieri no. Lerner, il Corriere e tanti altri fanno da scudo al ministro. Gli scivoloni valgono solo per il Cav. Il resto deve essere immune da critiche e da gogna mediatica. Pd diviso - Ma la vicenda Cancellieri-Ligresti comunque divide la politioca e soprattutto il Pd. Ernesto Carbone deputato dem vuole la testa del ministro: "Se ciò che viene riportato dagli organi di stampa - dice - trovasse conferme, ritengo francamente che il ministro Cancellieri dovrebbe fare un passo indietro e rassegnare le dimissioni". Ma Dari Nardella, renziano la pensa diversamente: "Ho stima e rispetto per l'amico e collega Carbone - afferma - , ma le richieste di dimissioni sono del tutto fuori luogo e pretestuose. Cancellieri è un ministro stimato per le sue competenze, per la sua dedizione e il suo senso dell'equilibrio. Per quanto mi riguarda la sua spiegazione dipana ogni dubbio". Il Nazareno si spacca pure sulla Cancellieri. Intanto lei resta lì al suo posto. La difesa di Caselli - E a fare da scudo arriva pure Gian Carlo Caselli dalla procura di Torino: "Il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli, torna a difendere il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, sull'affaire delle telefonate intercettate con la famiglia Ligresti. Gli arresti domiciliari a Giulia Ligresti - argomenta il procuratore - "sono stati concessi esclusivamente sulla base di due fatti concreti, obiettivi, provati: le condizioni di salute assolutamente incompatibili con il carcere (come una perizia di un qualificato professionista ha certificato) e la richiesta di patteggiamento intervenuta ben prima che ci fossero le telefonate dii cui le cronache di queste giorni sono piene". Mozione sfiducia M5S -  Infine il M5S si porta avanti col lavoro e chiede le dimissioni del ministro presentando una mozione di sfiducia: "Con questo atto, dovuto al cospetto di azioni svolte interamente in ambito privato e informale da parte del guardasigilli" m5s "intende non solo mettere il ministro di fronte alle proprie responsabilità, ma anche ricevere tutte le informazioni del caso rispetto alla rete che, alla sua richiesta di attivazione, ha tradotto i suoi desideri in azioni". Il gruppo puntualizza, infine, che "questa mozione non è dunque un atto circoscritto, ma riguarda una vicenda la cui ampiezza ha contorni che restano al momento ancora indefiniti.

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