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Morgan senza pace, brutta storiaccia di soldi: "Chi mi deve tanti quattrini"

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Maria Pezzi
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Morgan continua a ripetere che, a causa dello sfratto, non è più in condizioni di lavorare. Lo sostiene anche in questa intervista. Eppure, l' ex voce dei Bluvertigo ha appena realizzato un gioiellino: il suo programma Cantautoradio, on air su Rai Radio2, è un appuntamento cult che ha appassionato così tanti radioascoltatori da entrare di diritto nelle Teche Rai e aggiudicarsi un posto fisso nel palinsesto di RaiPlay Radio. Stasera alle 21 c' è il gran finale: una puntata live, per celebrare il padre di tutti i cantautori, ossia Domenico Modugno. Di lui parleranno (e canteranno) Ranieri, Arbore, Capossela, Cristicchi, Magoni, accompagnati dall' Orchestra Notturna Clandestina. Beh, se questo vuol dire non essere messi nelle condizioni di lavorare «In realtà ho fatto il minimo sindacale». Poteva fare meglio? «Meglio non lo so, ma magari avrei potuto farlo in un altro luogo». Diverso dalla Rai? «Di per sé la Rai è un concetto astratto che, peraltro, mi piace molto. Poi ci sono le persone che fanno la Rai e queste cambiano di volta in volta. Chissà se la Rai tornerà a essere il servizio pubblico che faceva programmi belli, veri, smettendo di competere con il mercato becero. Mi spiace dirlo ma la Rai oggi de-alfabetizza». Compresa Radio Rai? «Radio Rai no, anzi sono grato che mi abbiano fatto fare questo programma perché pur essendo uno show di intrattenimento ha in sé un' intenzione culturale. Sono il primo a voler divertirsi e divertire ma credo che ci sia modo e modo di farlo. Una volta in Rai non potevi fare un programma senza avere un certo livello culturale». Ha in serbo qualche colpo di teatro per stasera? «Silvio Berlusconi. Se tutto va bene, verrà a cantare la canzone «Il posto mio». È perfetta per lui e lo dice uno che ha anni di talent show alle spalle: per vincere basta associare una voce alla giusta canzone». A proposito di talent, Mika ha fatto intendere che i giudici di X Factor siano guidati dagli autori tramite auricolari. Possibile? «Certo. Fedez non aveva solo gli auricolari: dentro a una finta Smemoranda, nascondeva un tablet dove riceveva le istruzioni degli autori su cosa dire. D' altronde non mi sembra che sia famoso per il suo titolo di studio». E lei? «Non avevo gli auricolari: non erano imposti. Potevi scegliere se usarli, come potevi scegliere se fare o meno X Factor. Non sempre: l' ultima volta sono stato costretto. Avevano detto che se avessi accettato di tornare in giuria mi avrebbero pagato 1 milione di euro». Chiamala costrizione. «Peccato che non me l' hanno dato, sostenendo che una volta ero arrivato in ritardo, un' altra avevo detto o fatto qualcosa: praticamente non mi hanno pagato perché mi sono comportato da Morgan. Siamo in causa, comunque». Anche a The Voice ci sono i suggeritori? «No. Tra l' altro è un talent diverso che parte da un presupposto positivo: si cerca la conciliazione, non lo scontro. Forse per questo ha meno ritmo, ma l' idea è bella». Lo rifarà? «Il giudice non è un ruolo che fa per me. Lei vorrebbe vedere giocare Maradona in serie C?». Cosa vorrebbe fare? «Suonare. Purtroppo non ho più il mio studio». Ha ancora fiducia nella politica? «Al governo non ci sono più Pannella e Berlinguer. Oggi i politici sono persone che hanno disimparato ad ascoltare, che non sanno cosa sia la bellezza. Fanno tutto per routine o per convenienza. Li trovo noiosi. Vogliono però il potere e quindi temono il mio istinto libertario: sono una minaccia perché penso che il mondo debba essere fatto da persone che ragionano». Non salva nessuno? «Sgarbi. È l' unico che si spende». di Francesca d'Angelo

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