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Mattia Santori e le "sardine" senza colore di partito. Sicuri? Ecco cosa spunta dalla sua pagina Facebook

Giulio Bucchi
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"Molto politiche e poco partitiche". Mattia Santori, il 32enne che insieme a tre amici ha organizzato la prima manifestazione delle "sardine", giovedì sera in piazza Maggiore a Bologna, definisce così l'iniziativa che presto avrà un bis a Modena e poi a Firenze. Una protesta contro Matteo Salvini, sovranismo e populismo, ha spiegato a molti, che non si riconosce in nessun partito. Puro impegno civico, insomma, rigorosamente anti-leghista. Di sicuro, né lui né i suoi giovani amici hanno alle spalle un impegno diretto in politica e anche sui social appaiono molto riservati e abbottonati, tanto che, spiega Santori, lui stesso nemmeno sa per chi votano gli altri tre organizzatori, suoi ex coinquilini, coinvolti nel progetto via sms qualche giorno prima e protagonisti poi del tam tam via Facebook e volantinaggio tradizionale.  Leggi anche: "Un fatto imprevisto di cui dovremo tenere conto". Salvini, l'inquietudine in Emilia Eppure, proprio spulciando nella pagina Facebook di Santori, qualche dubbio sulla "apartiticità" delle "sardine", o perlomeno del suo ideatore, viene: se i "like" contano qualcosa, il 32enne sembra avere una passionaccia per il Pd in varie declinazioni, seguendo tra gli altri i profili del governatore emiliano Stefano Bonaccini, del segretario Nicola Zingaretti, dell'ex premier Paolo Gentiloni. Intervistato dall'agenzia Adnkronos, Santori ha puntualizzato: "Non credo che il Pd debba fare chissà quali esami di coscienza. La nostra non è stata un'accusa a nessuno, ma anzi il tentativo di arginare questa onda leghista che sembrava inarrestabile. E invece lo è. Perché l'Emilia non è l'Umbria". Quasi un'ammissione. 

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