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Alessandro Sallusti e il motivo per cui l'Europa non conta nulla: "Le nostre armi? Ong e sardine"

Giulio Bucchi
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Lezione di realpolitik a Luigi Di Maio e pacifisti demo-grillini. Alessandro Sallusti ricorda una cosa semplice e banale: "Diplomatici e politici - oltre a competenza ed esperienza - hanno bisogno per poter persuadere e dissuadere anche di forza, sia militare sia economica". Perché la pace, sintetizza il direttore del Giornale nel suo editoriale, "la si impone o la si compra, difficile ottenerla con il solo eloquio o esibendo la tavola dei dieci comandamenti, altrimenti basterebbero i moniti del Papa".  Leggi anche: "Un mitomane o un bugiardo". Sallusti brinda alla fine di Conte: buon 2020 E questo è il problema dell'Unione europea con la Libia e le crisi mediorientali: "Premier e ministri stanno facendo girandole di incontri e vertici, ma sedendosi disarmati con gente e gentaglia che ha la pistola sul tavolo finiscono per contare come il due di picche". D'altronde, non solo l'Europa non un esercito comune ma soprattutto "molti degli Stati membri, tra cui l'Italia, hanno delle Costituzioni che impediscono loro di avere ruoli attivi sui fronti di guerra". In questo scenario Trump, Putin ed Erdogan si muovono come volpi nel pollaio, mentre la Cina "mezza Africa se l'è già comprata". Senza forze armate, conclude Sallusti, "sarai sempre in balìa dei signori della guerra o del pazzo di turno che non temono né la protezione civile né la Caritas". Se le nostre armi sono "Ong, Sardine, Gilet gialli e governi come il nostro improbabili", stiamo freschi.

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