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Sardine, Pietrangelo Buttafuoco: "Sorridono, ma hanno metodi maoisti. L'odio è strumentale"

Caterina Spinelli
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Per Pietrangelo Buttafuoco quello dell' odio è un dossier appannaggio, oggi, «di tutte le centrali del cosiddetto "bene assoluto"». Un fronte che va, indifferentemente, dalle Sardine ai «tweet di padre Spadaro» fino a chi dipinge Salvini a testa in giù. Eresia? Tutt' altro. «Il problema - spiega lo scrittore a Libero - nasce dal fatto che da questa macchina potentissima, che passa da tutte le stazioni di questa ascensione trionfante del "bene", non si viene criticati per quello che si dice, si viene criticati per ciò che si è». Eppure la lotta contro "l' odio" - in questa stagione giallorossa - è indirizzata contro l' opposizione. «È tutto strumentale. Sono gli ultimi singulti dell' ideologia. Perché è questo l' ambito attraverso cui ci si può agilmente costruire un nemico e schierare quindi il bene contro il male. In automatico, così, chi ancora si fa forte dell' ideologia si "posiziona" ed è inevitabile che qualunque sua rappresentazione sia la rappresentazione dell' assoluto bene». Sta descrivendo la fenomenologia delle Sardine. «Le Sardine sono tutte carine, sono tutte giovani. Hanno il cerchietto... hanno a disposizione l' ascolto dei più importanti canali del mainstream. Non c' è nulla di quella che una volta poteva essere la cultura dell' antagonismo che, non a caso, faceva fatica a trovare spazio». Be', il ruolo delle Sardine sembra proprio quello di arginare la contestazione tacciandola di "odio" per rafforzare il governo. «L' odio è diventato il pretesto attraverso cui ogni dissenso vero, effettivo, viene derubricato in quella categoria affinché non abbia la possibilità di esprimersi. In tutto questo c' è uno sfondo storico ed ideologico che è stato resuscitato». Il pericolo "nero". «Ovviamente. L' antifascismo in assenza di fascismo: che ha una funzione fortissima, è un collante irresistibile, è permeabile a tutti i luoghi comuni. Non necessita di una riflessione storica, e fa impressione una cosa: che è come se nell' orizzonte culturale italiano non ci fosse mai stata l' opera di Renzo De Felice. Come se non ci fosse mai stato il perfetto e coraggiosissimo discorso di Luciano Violante quando dalla Camera chiese una riflessione sui vinti. Come se non ci fosse mai stato un moto di pacificazione che era nelle corde, nelle cose. Dimenticare tutto in un colpo sembra il percorso di questa Italia...». Il Censis ha fatto la sua diagnosi: se l' Italia oggi non coltiva il futuro è tutta colpa del sovranismo "psichico". «È conseguenza di un atteggiamento tardo-ideologico: siccome non si vuole avere la responsabilità di risolvere i problemi, allora si criminalizza chi chiede attenzione su quei problemi. Più che psichico è un passaggio di raffinata psicologia delle masse per inibire il dissenso rispetto al pensiero unico». Orwell prefigurava già in 1984 i "due minuti d' odio" contro il nemico... «Mi ha colpito il momento in cui le Sardine ricevono il papà di Lucia Borgonzoni. Mi ha ricordato quelle scene che si vedevano nei filmati nella Cina di Mao, quando i genitori venivano costretti a ripudiare i figli se fossero andati fuori linea o viceversa. Raggelante, a maggior ragione perché veniva accolto dal mainstream con compiaciuta e sorridente accettazione. Come per dire: guarda, che coraggio questo padre che si mette contro la figlia. Altro che Orwell, qui siamo nel pieno della rivoluzione culturale maoista». "Cancellare Salvini", è arrivata a titolare Repubblica. «Lo fanno perché sanno di poterselo permettere. L' avesse fatto Libero sarebbe arrivata la polizia del pensiero a chiudere la redazione. Sa qual è la questione vera? Nel dibattito pubblico in Italia vige il tabù, e il tabù è inamovibile. E chi è detentore del tabù ti fa una pernacchia. Quel titolo "Cancellare Salvini" è il paradigma per eccellenza di questo meccanismo». Una forma d' odio è entrata persino nella manovra: tasse etiche contro i produttori, controlli morbosi contro i commercianti... «Anche questo è un retaggio legato a un ben precisa psicologia: quella di raddrizzare le gambe ai cani. Che cosa ha fatto del resto il sistema dopo la crisi di agosto? Ha detto: basta, abbiamo finito di "scherzare". Come i giornali del mainstream continuano a dettare legge pur in assenza di lettori, così il sistema si fa governo in assenza di elettori». Ritorna pure l' odio retroattivo. Contro "via Almirante". «Ha già detto tutto Antonio Padellaro nel suo bellissimo saggio su Almirante e Berlinguer, dove si augura una strada intitolata "Via Giorgio Almirante ed Enrico Berlinguer". Appaiati». di Antonio Rapisarda

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