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Morgan, la verità del manager di Bugo: "Quello che ha fatto a Sanremo? Frutto di manie di persecuzione"

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Caterina Spinelli
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Adesso la lite Morgan - Bugo a Sanremo si carica di nuovi risolviti. Ed è a Storie italiane, il programma del daytime di Eleonora Daniele, che arriva la clamorosa rivelazione in diretta di Valerio Soave (manager di Bugo): “Morgan è in pericolo. Andrebbe aiutato e non condannato”. Poi Soave ha commentato le dichiarazioni di Morgan dicendo: “Come potevo volere l'eliminazione di Morgan e di Bugo? L'artista era stato scelto in duetto. Se Morgan fosse andato via, anche Bugo si sarbebbe autoeliminato. Promuovo un duetto e poi voglio l'eliminazione di Morgan? Attenzione. Mentre dappertutto c'è la definizione "Bugo featuring Morgan", a Sanremo si erano presentati insieme. La defezione di Morgan voleva significare l'eliminazione di Bugo. E' un delirio. Come faccio a contestare tutta una serie di cose così?" L'agente di Bugo, intanto, denuncerà Morgan non appena le acque si calmeranno? Mistero, per adesso. Ma lo stesso Soave, in questo intervento a Storie italiane, dice pure di essere pronto ad aiutare Morgan, che aveva raccontato - subito dopo l'addio a Sanremo - di essere stato aggredito da Soave. Notizia che non conferma il manager di Bugo. In ballo ci sarebbe un importante progetto discografico per Bugo. Morgan, lo ricordiamo, ha raccontato di essere stato aggredito da Soave all'Ariston, ma questa versione non trova prove fondate e resta un racconto sullo sfondo di una vicenda complessa. Che fa parlare. Poi a Storie italiane un racconto dettagliato della vicenda da pare del manager Soave. Ecco le sue parole:  “Gli accordi tra noi erano ben precisi e stabiliti davanti a diversi testimoni in una riunione del 18 dicembre. Il 26 gennaio, a una settimana dall'inizio del Festival, arriva una richiesta da parte dell'avvocato di Morgan. Era un ricatto mascherato sotto forma contrattuale. Io avrei dovuto versagli 55mila euro, lui aveva facoltà di non partecipare al Festival di Sanremo. Loro si sono disinteressati e hanno detto: "E' Morgan che vuole questo". E' vero, è stato un tentato ricatto, ma saranno le autorità giudiziare a dirlo. Quando si parla di diffamazione, invece, diventa un reato d'ufficio: non si può più ritirarlo e il minimo previsto sono cinque anni di reclusione. Siccome gli voglio bene, dico che Morgan va aiutato e non condannato. Lo dico ai suoi amici e ai media che amplificano i suoi deliri e le sue manie di persecuzione. Io l'ho portato a Sanremo per aiutarlo. Una denuncia? Stiamo valutando tutta una serie di cose. Sto cercando di calmare la situazione. Morgan è in pericolo. Stategli vicino. Quel che dice è frutto di manie di persecuzione”. di Francesco Fredella

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