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Merlo su Repubblica spara sul grillino: "Di Stefano violento alla Camera". Replica: "Io ero a Strasburgo"

Il deputato grillino replica all'editorialista "distratto". Che risponde, facendo una doppia gaffe...

simone cerroni
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"Francesco Merlo ha preso un abbaglio dicendo che ero a Roma durante la rissa a Montecitorio. Così facendo non svolge neanche la funzione principale di un giornalista: raccontare la verità". Così Manlio Di Stefano, deputato grillino, replica oggi, 31 gennaio, su "Repubblica" all'articolo del giorno prima di Merlo che riconduceva il grillino protagonista delle frasi offensive alla Camera di mercoledì 29 gennaio. Ma Merlo non si rassegna compiendo una ulteriore gaffe.  La falsa verità di Merlo - La falsa verità di Merlo parte larga, con l'accusa alle squadracce grilline per poi entrare nel dettaglio. Si arriva quindi a Di Stefano. Giovedi 30 gennaio l'editorialista scrive: "E' così che ieri sera le parole violente per la prima volta sono diventate violenza fisica, è stata un'esercitazione, l'esordio della Pallacorda, la tarantella degli arrabbiati: 'basta ragionamenti' ha gridato Di Stefano". Deputato grillino che lo stesso Merlo ha definito "un altro volto pulito, un altro illuminato del web" che, sempre a parere di Merlo, " strepitava, spintonava, scalciava, al ritmo di "corrotti corrotti". L'attacco a di Stefano va avanti e il giornalista arriva a strani paragoni: "Sembrava una riedizione del vecchio missino Paolone e di Bontempo er pecora, di quelli insomma che menavano le mani perché era l'unico modo che avevano di averla vinta". E poi ancora con le citazioni del deputato a cinque stelle: "D'ora in poi è guerra vera, non vi daremo più pace né tregua. Oggi è l'inizio della vostra fine. Queste frasi, che sono le stesse dei forconi e dei black bloc, le ha pronunziate un giovanotto con l'aria per bene, ingegnere informatico di professione, madre insegnante e padre dirigente d'azienda".   La risposta di Di Stefano - Con la risposta pubblicata questa mattina Di Stefano parla di "assurda ricostruzione dei fatti di Merlo". "Mercoledì sera - afferma Di Stefano - sarei stato protagonista di di chissà quale scenario da guerra alla Cameradei deputati. Peccato che il puntuale cronista non sappia cosa è realmente successo: il sottoscritto non era nemmeno a Roma, ma si trovava a Strasburgo al Consiglio d'Europa". Infine il deputato conclude con la peggior offesa per un giornalista: "La fantasiosa riscostruzione di Merlo dimostra una evidente mancanza di professionalità le cui vittime sono innanzi tutto i suoi lettori".   La doppia gaffe di Merlo - Merlo non sembra rassegnarsi al grave errore. Ma cercando di ricucire lo strappo di fiducia con i lettori, peggiora solo le cose. Infatti, sottostante alla risposta di Manlio di Stefano appare un'ulteriore rettifica di Merlo del tutto confusa. "Non so dove si trovasse fisicamente Manlio Di Stefano, so che molto più del solito strepitava chiamando per esempio mafiosa e infima la presidente della Camera, e minacciando, è testuale, d'ora in poi è guerra vera, non vi daremo più tregua. Con l'aggiunta: Non esisteranno più ragionamenti: è la sola minaccia che ci pare una promessa".   

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