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Repubblica in sciopero per la cacciata di Carlo Verdelli. Le ragioni di Elkann, perché anche Scalfari è stato sconfitto

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Cacciato, di fatto, da John Elkann. Questo è quanto accaduto a Carlo Verdelli, a cui il nuovo Cda di Gedi ha tolto la direzione di Repubblica (al suo posto, Maurizio Molinari). Un cambio che deriva dalla nuova proprietà: Exor, controllata di Elkann e dalla famiglia Agnelli, ha acquistato il 43,7% del gruppo. E Exor, tramite la nuova società Giano Holding, salirà al 60,9% del capitale sociale. Elkann è stato nominato presidente del gruppo, e ha deciso di rimuovere Verdelli. Già, per l'erede Agnelli era schierato troppo a sinistra, anche se era riuscito a dare nuova linfa e identità al quotidiano dopo la parentesi di Mario Calabresi. Un giornale barricadero, schieratissimo, che però piaceva al suo pubblico anche se come molti nel settore continuava a perdere qualche copia.

 

Verdelli aveva grandissima sintonia con Eugenio Scalfari, ma ciò non è bastato. Così come non sono bastate le proteste della redazione, convinte che in piena emergenza coronavirus il cambio di direzione non fosse una scelta saggia. E ancora, negli ultimi giorni si è molto parlato delle minacce di morte ricevute da Verdelli, messo sotto scorta: insomma, in molti dentro a Repubblica e non solo hanno trovato pessimo il tempismo della cacciata. E infatti, ora, è l'inferno. La redazione ha duramente protestato contro la decisione di Elkann: dopo la comunicazione è stata convocata un'assemblea che è durata molte ore. Alta tensione, nervosismo. E al termine della riunione è stato decretato uno sciopero per oggi, venerdì 24 aprile: il quotidiano non è in edicola, il sito rimarrà fermo 24 ore.

 

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