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Giampiero Mughini, caso Bonafede-Di Matteo: "Fosse vero, il ministro meriterebbe la fucilazione"

Se la nuova sinistra fa rimpiangere il Pci

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Giampiero Mughini commenta le ultime notizie di attualità su Dagospia, e lo fa con toni molto pessimisti. “Estraggo la pistola se qualcuno in mia presenza dice che dopo la tregenda saremo migliori”, ha esordito così il noto opinionista, sostenendo che il peggio viene adesso: “E ci mancherebbe altro. È finito il tempo in cui l’Europa era il migliore luogo del mondo da viverci e tutto. 150 per cento e passa di soldi che noi italiani dovremo restituire e mentre siamo a un punto della nostra storia morale in cui passiamo il 90 per cento del nostro tempo a odiarci e insultarci a vicenda”.

 

 

Mughini ha poi commentato il caso esploso sulla giustizia negli ultimi giorni, a causa di una rivelazione fatta in diretta tv a Non è l’Arena, su La7: “Ci avreste mai creduto che un magistrato del Consiglio superiore della magistratura (Di Matteo) scegliesse un’aula massmediatica (televisiva), dove contano le urla e non i ragionamenti, per denunciare un ministro della Repubblica (Bonafede) di qualcosa che fosse vera meriterebbe la fucilazione, ossia di essersi piegato ai voleri dei boss mafiosi. Cialtroni - ha chiosato Mughini - figli come siamo tutti dell’era del coronavirus e dell’imbecillità di massa”. 

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