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Marco Travaglio, il direttore del Fatto furioso: Renzi lo querela, lui lo attacca senza mai nominarlo

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Marco Travaglio, direttore del Fatto, nel suo editoriale di oggi commenta l'ennesima e nuova querela da parte di Matteo Renzi al suo giornale, senza però mai nominarlo: "Forse siamo alla quindicesima, forse alla sedicesima (in sei mesi). Se voleva comunicarci che, oltreché di voti, ha bisogno di soldi, l'abbiamo capito. Solo ci domandiamo che senso abbia intasare i tribunali, così impegnati a giudicare i suoi cari per reati gravi e non di opinione, con liti temerarie che calpestano il diritto di critica e di satira (oltreché di cronaca). Liti che, se il Rignanese non avesse l'immunità e gli altri lo giudicassero col metro che pretende di applicare a noi, passerebbe in tribunale il resto dei suoi giorni". 

 

 

Travaglio ricorda anche l'ultima ospitata in tv dell'ex premier, da Giletti a Non è l'Arena, per attaccare l'incoerenza del leader di Italia Viva: "Si parlava del caso Bonafede-Di Matteo-Basentini. E lui spiegava che il ministro scelse come direttore del Dap Francesco Basentini perché questi aveva indagato a Potenza e portato alle dimissioni della sua ministra Guidi. Ma a indurre la bravissima ministra Guidi a dimettersi non furono né Basentini, né Bonafede. Fu l'Innominabile. Quando uscirono le telefonate fra la ministra dello Sviluppo e il suo compagno Gianluca Gemelli, lobbista petrolifero, che premeva per farle inserire un emendamento pro petrolieri, l'allora premier le chiese di dimettersi. E se ne vantò al Tg2: 'Non c'è niente di illecito, ma il ministro Guidi ha fatto un errore e ne va preso atto. In Italia adesso chi sbaglia va a casa'. Quale errore? Fu lui stesso a spiegarlo: 'Quando l'emendamento è stato presentato, il ministro dello Sviluppo l'ha comunicato in anticipo al suo compagno, che si è scoperto poi essere interessato al business. Così facendo Federica Guidi ha compiuto un errore e giustamente ha deciso subito di dare le dimissioni, per evidenti ragioni di opportunità'", precisa Travaglio.

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