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Marco Travaglio, la Dago-risposta sul prestito al Fatto: "Cerca di intortarci, ma il governo Conte c'entra eccome"

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Marco Travaglio cerca di intortarci dicendo che i 2,5 milioni di euro di finanziamento garantito dallo Stato che ha appena ricevuto il suo giornale non hanno niente a che vedere con i decreti del suo amato Conte, perché si basano su una legge del 1996”. Dagospia risponde per le rime al direttore del Fatto Quotidiano, dopo essere stato citato nell’editoriale pubblicato nell’edizione odierna. Travaglio cerca di convincere i suoi lettori che il prestito ricevuto non ha nulla a che vedere con le misure emergenziali anti-coronavirus adottate dal governo, essendo basato sulla legge 662 del ’96.

Questo è un falso - replica Dagospia - ma così falso che siamo sinceramente stupiti di leggerlo. Il finanziamento che hanno ricevuto, e soprattutto le condizioni a cui è stato erogato, sono legati proprio alle misure varate da Conte e i suoi ministri. Il Dl Cura Italia infatti prende questa famigerata legge del 1996 e la rivolta come un pedalino, ordinando al Mediocredito Centrale (che è al 100% statale) di garantire i fidi bancari a condizioni molto, molto agevolate”. Di conseguenza per Dago è indiscutibile l’intervento del governo con un certo grado di discrezionalità: “Non ci venissero a raccontare che il finanziamento annunciato maldestramente la settimana scorsa non ha niente a che vedere con l'attuale governo o con le misure per contrastare la crisi economica scatenata dalla pandemia”. 

 

 

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