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Nicola Porro, intervista a Libero: "Mattarella non è scusabile. E al posto di Conte un premier del Pd"

Leonardo Filomeno
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L'IMU che non aspetta, la cassa integrazione non pervenuta, mezzo Paese azzoppato o che non lavora. Finito il mitico show degli Stati Generali, l'Italia del post-Covid non sa cosa le tocca. Tiriamo le somme con Nicola Porro, conduttore su Rete 4 di Quarta Repubblica, colonna de il Giornale, ideatore del format social di successo La Zuppa, che ogni mattina, attorno alle 10, dà la carica ad un'Italia sfinita ma che lotta. "Abbiamo adottato un lockdown furibondo e irrazionale, senza valutarne, come hanno fatto altri Paesi, conseguenze sociali, liberali ed economiche", dice. 

 

 

 

 

Chi vedresti bene al posto di Conte nella difficile fase autunnale? 
"Solo un candidato del Pd. Conte è diventato un interlocutore straordinariamente calzante del Partito Democratico, un premier di sinistra, con l'alleanza dei grillini. Uscito di scena lui, si compierebbe la parabola del governo. In pochi mesi hanno bruciato 80 miliardi, l'economia è interamente sul lastrico. Ora cercheranno di immaginarsi la strepitosa riforma, la nuova straordinaria finanziaria, l'utilizzo del Recovery Fund. Getteranno dietro a titoli roboanti un po' di cortina fumogena".
A questo giro perché non si è arrivati alla rivolta?  
"Non siamo un paese rivoluzionario per indole. Abbiamo uno straordinario ammortizzatore sociale che è la famiglia, intesa come il padre in pensione che dà una mano alla figlia che non vede un euro della cassa integrazione né l'elemosina dei 600 euro; e come gli artigiani e i commercianti, che stringono la cinghia e mantengono il welfare nelle loro micro-aziende, sobbarcandoselo individualmente. Un limite enorme per la crescita di un paese". 
Hai detto: "Dell'Europa non mi fido, si è smentita più volte da sola". 
"Pure la Germania si è smentita a ripetizione, in materia di finanze pubbliche. La Germania ha adottato il modello Fiat: ciò che va bene per essa, va bene per l'Italia. Quindi ciò che va bene per i tedeschi, va bene per l'Europa (ride, ndr). Fra un anno e mezzo il debito pubblico, largamente in mano estera, sarà il 170% del PIL. MES o non MES, la Troika, o chi per essa, busserà presto alla porta dell'Italia".
5S e Venezuela: tra 10 giorni tutto come prima? 
"Gli scandali basati su carte incerte valgono sempre per la solita parte politica, ossia la destra. Per l'altra, si considerano le cose in maniera fattuale. Soprattutto oggi, che i 5S hanno uno scudo chiamato Pd e Governo. Quanto allo scoop, salvo colpi di scena, finirà tutto in una bolla di sapone. Scissione o no del Movimento, non si voterà. Siamo dinnanzi alla legislatura più blindata della storia. I 5S appoggerebbero anche Barabba, in barba al loro conservatorismo, e pur di conservare lo scranno. Nel Movimento è in atto una guerra per tribù. Non hanno mai avuto un collante ideologico, un regista vero. Dentro ci trovi il comunista ed il berlusconiano".
Borrelli ed Arcuri, una battuta ed un voto ad entrambi. 
"A Borelli do 5, e non 0. Solo perché ha avuto il coraggio di dire che, rispettando la distanza di sicurezza, le mascherine non servono a nulla. E' stato un atto di ingenuo coraggio. Ad Arcuri do 0, per l'arroganza e la presunzione senza limiti di un commissario che ancora ci spiega di aver fatto delle scelte su come salvare delle vite umane e per aver compromesso, con le sue poche decisioni, l'utilizzo delle mascherine". 
Il Ministro del Disastro in assoluto? 
"Bonafede, tornato prepotentemente e disgraziatamente attuale in queste ore: in qualsiasi altro governo italiano, e nel mondo, l'avrebbero dimissionato immediatamente".
Quale voto al Presidente del Consiglio? 
"Quattro. Al netto di responsabilità enormi, il suo modo di comunicare resta imperdonabile. Ha incusso terrore negli italiani, è stato irresponsabile nell'affidare a comitati terzi scelte che sarebbero dovute essere solo politiche".
Mattarella come si è comportato? 
"Non è scusabile, per un Presidente della Repubblica, accettare che vengano cancellate, attraverso un decreto, le libertà di ognuno di noi. Avrebbe dovuto pretendere che quelle libertà venissero compresse, ma attraverso un voto parlamentare".
E l'italiano che ha subìto come ne esce da tutto questo? 
"Mi hanno infastidito gli italiani che si sono scoperti sceriffi. Li reputo insopportabili e purtroppo abbiamo ancora in circolazione una piccola parte di essi. Poi ci sono quelli che hanno subìto con paura il lockdown, sacrificandosi, e li definirei ordinati, all'inverosimile pazienti. Sono vittime del 'giornale unico del virus', che, con la paura instaurata nelle persone, fa sì che del governo vengano accettate anche le più irrazionali scelte. Avevamo dato per acquisito di non essere la DDR, purtroppo abbiamo scoperto che diventarlo è molto più facile di quanto si possa immaginare". 

A proposito di grandi italiani, alla fine il pensiero cade sul compianto Roberto Gervaso, omaggiato anche da Nicola qualche giorno fa sul suo sito. In particolare, su un suo aforisma: "Il più è fatto ma il peggio deve arrivare". E' di qualche tempo fa, ma pare scritto in queste ore. Porro sorride. E acconsente.

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