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Bruno Vespa e il voto su Rousseau, cosa c'è davvero dietro: "Di Maio ha seppellito le aspirazioni talebane di Di Battista"

Bruno Vespa a Porta a porta

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Nasce un nuovo partito. Bruno Vespa parla del cambio di rotta del Movimento 5 Stelle, che "è diventato un partito a tutti gli effetti, dato che i suoi eletti potranno candidarsi al terzo mandato (anche alle prossime legislative: è scontato) diventando politici di professione". Nel suo editoriale sul Giorno il conduttore di Porta a Porta fa qualche passo indietro: "Per trovare l'embrione della svolta - scrive - occorre risalire al 29 luglio scorso. Quel giorno saltò in parte l'accordo di maggioranza per il rinnovo delle presidenze delle commissioni parlamentari, la Lega ne salvò un paio, il Movimento fu penalizzato. I gruppi parlamentari entrarono nel caos, Alessandro Di Battista cominciò a sparare sul Palazzo d'Inverno". 

 

 

Ed ecco che per Vespa è in questo momento che subentra Luigi Di Maio che, visto "il rischio di disgregazione", ha deciso di riprendersi il Movimento. Unico modo? "Il voto su Rousseau, che - prosegue Vespa -a nostro giudizio non amava da tempo, ma che nella sua sacralità gli è servito per mettere una pietra tombale sulle aspirazioni talebane di Di Battista e per fare politica a tutto campo". Insomma, l'ex leader vuole riprendersi il ruolo di interlocutore primario di palazzo Chigi, del Pd e anche dell'opposizione, "Berlusconi compreso".

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