Le elezioni regionali in Veneto godono di scarsissima attenzione mediatica perché tutti già sanno come andranno a finire: con la riconferma di Luca Zaia, la cui irresistibile avanzata non lascia agli avversari nemmeno la minima speranza di potersela giocare per il ruolo di governatore. Ma qual è il segreto del leghista? Il Fatto Quotidiano lo ha chiesto a Massimo Cacciari che, in quanto ex sindaco di Venezia, qualcosa di quelle zone l’ha capita eccome: “Ma quale segreto… la Lega è riuscita a radicarsi in modo forte in alcune regioni italiane del Nord. Non c’è nulla da stupirsi. È un lavoro che la impegna da 30 anni, mentre dall’altra parte non sono riusciti a fare lo stesso, ma con altre idee e strategie”.
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“Il voto delle regionali si rinvierebbe, in caso di seconda ondata non controllabile, con un verbale del Comitato ...Il rimprovero del filosofo al centrosinistra non è finito: “Occorre risalire indietro nella storia del vero federalismo possibile. Il centrosinistra ha miseramente perso la grande occasione alla fine degli anni ’90: al governo c’era D’Alema e Bossi aveva rotto con Berlusconi. Il centrodestra, a partire dal Veneto, aveva creato un movimento di sindaci con l’adesione di leghisti. Non attecchì perché non trovò una sponda a sinistra”. La Lega è stata brava a sfruttare il legittimo risentimento nordista verso le politiche fiscali e centralistiche: “Fece leva sulle partite Iva, mentre il centrosinistra divenne sempre più centralista, non capì, si oppose”. Poi Cacciari ha parlato dello strapotere di Zaia: “Se ne stupisce chi non conosce la storia. Zaia non ha fatto altro che amministrare bene, lasciando fare agli altri. In Veneto stravincerà lui, non Salvini. E peggio per gli altri, a cominciare dagli inconsistenti Cinquestelle”.