Enrico Mentana, frecciatina a Giuseppe Conte: "La mascherina in studio? Potevo non farlo, ma aveva detto che serviva quasi sempre"

sabato 10 ottobre 2020
Enrico Mentana, frecciatina a Giuseppe Conte: "La mascherina in studio? Potevo non farlo, ma aveva detto che serviva quasi sempre"
2' di lettura

Anche Enrico Mentana si è trovato in difficoltà. Le linee guida imposte da Giuseppe Conte a suo di Dpcm sono approssimative. "Non nego - spiega il direttore del Tg La7 dopo essersi presentato in studio con la mascherina - che potevo anche non farlo, io e Lucia Azzolina eravamo al limite del distanziamento, ma era proprio il giorno in cui Conte aveva detto che bisognava usare quasi sempre la mascherina, così avendo un ospite a distanza ravvicinata mi sembrava giusto ed edificante fare l’intervista con la mascherina. Se non l’avessi messa sicuramente qualcuno avrebbe detto: ’ah vedi che dicono tanto e poi non la mettono". Un modo, quello di Mentana, per dire che il premier non ha puntualizzato come e quando indossare la protezione individuale per far fronte al coronavirus.

Enrico Mentana, il direttore del Tg La7 intervista Lucia Azzolina con la mascherina

Enrico Mentana, come da nuove disposizioni per gli ambienti chiusi, intervista con la mascherina la Ministra dell'Is...

"È ovvio - prosegue poi ai microfoni di Giletti 102.5, programma condotto da Massimo Giletti e Luigi Santarelli - che non ci siamo abituati, soprattutto chi non è giovanissimo ha vissuto tutta una vita non ponendosi il problema che si dovesse un giorno avere la mascherina, semplicemente ce la dimentichiamo, non è nello stato nostro di natura. Però, parlandoci chiaramente, non è una privazione terrificante, è una necessità. Io ho fatto molte critiche, come era giusto, a questo come ai precedenti governi, ma su questo, cosa vogliamo dire… che non ci mettiamo la mascherina perché ci sta sulle scatole Conte o qualche ministro o perché siamo dell’opposizione? Che senso ha… proviamo, male non ci farà". E proprio sul tema, Mentana spezza una lancia a favore di Stato e Regioni, nessuno escluso: "In questo momento comandano insieme, valgono le prerogative di tutte e due le sfere istituzionali". Insomma, serve un gioco di squadra.