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Coronavirus, Massimo Giletti contro Vincenzo De Luca: "Vergogna, in Campania medici trattati come pentiti mafiosi"

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Caos-coronavirus in Campania. E Vincenzo De Luca, il governatore-sceriffo, ha ormai da qualche giorno messo il bavaglio ai medici: vietato intervistarli. Blindati. L'unico interlocutore che può dire qualcosa sulla situazione sanitaria in Campania è Antonio Postiglione, Direttore tutela salute Campania, ospite in collegamento a L'aria che tira di Myrta Merlino, su La7. Dove è ospite anche Massimo Giletti, che si lancia in una durissima e ineccepibile intemerata contro De Luca. Da par suo, Postiglione spiega le ragioni dietro la controversa scelta del governatore: "All'esterno degli ospedali venivano date delle notizie che poi abbiamo dovuto correggere. C'erano informazioni distorcenti della realtà". Dunque, spiega che la decisione è arrivata dopo che si era diffusa la notizia che in Campania non ci fossero più letti di terapia intensiva disponibile, informazione che non era veritiera.

 

Eppure, non può bastare un episodio del genere, per quanto grave, per imporre un bavaglio a una intera categorie. Ed è proprio su questo che insiste Giletti: "Io a lei non faccio domande, ma non per mancanza di rispetto - premette il conduttore di Non è l'Arena -. È vergognoso che si mettano dei direttori, non posso accettare che in Italia un infermiere e un medico parlino come pentiti mafiosi. È una cosa scandalosa, è mancanza di libertà. E lei, che ha la responsabuiltà di parlare a nomi di tutti, ha detto delle cose vere. Ma il problema è che impedire che qualcuno entri oppure no in un percorso-Covid non c'entra coi tagli, quello ha a che fare con l'organizzazione. Oggi è inaccettabile che si facciano delle democrature nel nostro paese: cosa vuol dire che parla solo lei? Perché non posso sentire i medici? Una follia", conclude Giletti.

 

 

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