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Stefano D'Orazio, Bobo Craxi: "Ho dato l'annuncio della morte accidentalmente. L'ultima cosa che ha fatto"

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"Ho dato la notizia, pensando che fosse già pubblica". Bobo Craxi ha annunciato su Twitter la morte di Stefano D'Orazio, 72enne batterista dei Pooh. "Non mi sono neanche posto il problema in se, è come se avessi scritto un messaggio in una bottiglia", spiega il figlio di Bettino a I lunatici su Rai Radiodue. Quella notizia ha scatenato la commozione dei fan e dei colleghi sui social, dimostrando quanto D'Orazio fosse amato e stimato come uomo, prima ancora che come musicista.

 

 

 

"Ho dato la notizia accidentalmente, ho scritto di getto - spiega Craxi -. Stefano aveva sofferto molto negli ultimi anni, è stato poco bene, negli ultimi due o tre anni. Io lo conoscevo da trent'anni, ma negli ultimi venti ci siamo anche molto frequentati, nel periodo in cui lui ha un po' abbandonato la carriera artistica piena. Non rinnegava affatto la cosa di essere uno dei Pooh, ma aveva tentato anche una via diversa, sapendo che nell'arte è importante essere poliedrici". Considerato l'uomo-motore dei Pooh, il loro "ministro delle finanze", un imprenditore prestato alla musica, D'Orazio aveva una grande passione per la scrittura. 

"Sono scosso perché quando è stato ricoverato si pensava che potesse reagire alle cure che gli avevano somministrato, ho sempre pensato che comunque alla fine era un uomo forte e giovanile - ricorda Craxi -. L'ultima cosa che ha fatto Stefano è scrivere un testo molto bello quando accadde a Bergamo la tragedia che conosciamo legata al coronavirus. Aveva scritto un testo toccante, di speranza, che voleva rendere universale. Era molto contento di poter dare una mano, non gli sembrava di aver fatto una cosa retorica, si teneva sempre abbastanza lontano dalla retorica. In lui e nei Pooh c'è sempre stato un elemento di generosità".

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