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Recovery Fund, Sabino Cassese contro Giuseppe Conte: "Cabina di regia, idea stravagante"

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"Un'idea stravagante", così Sabino Cassese bolla la proposta del governo di mettere in mano a una cabina di regia la gestione dei 209 miliardi del Recovery Fund. "La proposta governativa di una piramide non tiene conto delle esperienze e degli errori del passato - ha detto Cassese in un'intervista all'Huffington Post -. Ma non tiene conto neppure del presente: lo stesso governo che ha tirato dal cilindro questo coniglio ha presentato con la legge di Bilancio una proposta per affidare la supervisione finanziaria a una apposita direzione generale della Ragioneria generale dello Stato. Nel governo chi fa una cosa legge quello che scrivono gli altri?". Secondo il giudice emerito della Corte costituzionale, inoltre, tale strategia mette in luce un aspetto in particolare, "l’accentramento delle decisioni a Palazzo Chigi", che definisce come "una delle caratteristiche di questo governo". "Solo che l’accentramento si coniuga solitamente con il decisionismo, mentre in questo caso si coniuga con l’indecisionismo programmatico, che è forma sofisticata di esercizio del potere attraverso la non-decisione e di rinvio delle questioni difficili", ha aggiunto il professore Cassese.

 

 

 

Secondo il giurista, le priorità sono innovazione digitale, transizione ecologica, pubblica amministrazione, fisco, istruzione e ricerca. "Conosciamo il nostro tallone d’Achille: l’Italia è quart’ultima nella capacità di spesa dei fondi europei. Le risorse aggiuntive previste dal Piano di ripresa e resilienza prevedono interventi entro il 2026. Invece di far chiacchiere, bisogna aumentare la capacità amministrativa", ha spiegato Sabino Cassese. Per il giudice emerito, è finito il tempo degli interventi a pioggia, che magari servono e sono serviti in passato per esigenze immediate: "Ora bisogna pensare al futuro. Non finanziare attività che sono obsolete o a rischio di obsolescenza, ma creare nuovi posti di lavoro. Aumentare gli investimenti che consentono di rilanciare davvero l’economia".

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