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Roberto Burioni contro le Iene, "il Tribunale ha sequestrato tutto". La replica: "4 domande per lui"

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"Sono stati sequestrati i servizi delle Iene che mi diffamavano": lo ha scritto Roberto Burioni sulla sua pagina Facebook. Nel mirino ci sono due servizi che la trasmissione di Italia 1 ha mandato in onda a giugno. "Mi accusavano - mentendo - del comportamento più grave per un medico e per uno scienziato: farsi guidare dal proprio interesse", ha continuato il virologo. L'esperto ha fatto sapere ai suoi follower che Le Iene hanno raccontato solo bugie sui suoi "inesistenti interessi nel campo di anticorpi monoclonali anti-Covid 19". Stando a quanto raccontato da Burioni, il programma lo ha prima diffamato, senza ascoltare la sua versione, e poi lo ha accusato di essere un vigliacco e di fuggire dalle loro domande. "Io ho sempre risposto che un confronto l'avremmo avuto, ma davanti a un giudice. Quel confronto è incominciato, e il giudice ha disposto il sequestro delle due puntate di quel programma nelle quali venivo diffamato", ha scritto il virologo. 

 

 

 

Le Iene hanno risposto a tempo di record sul loro sito (leggi qui la replica integrale), proponendo al virologo quattro domande che, immaginiamo, troveranno risposta in tribunale: 

1) Che tipo di rapporto ha con la società Pomona srl? E con Fides Pharma?

2) Perché durante i suoi interventi in Rai non ha mai detto che lei è consulente scientifico di due

case farmaceutiche e che brevetta da anni anticorpi monoclonali?

3) Perché ha definito il plasma iperimmune una cura costosa e rischiosa, quando pubblicazioni

scientifiche e ospedali di eccellenza la avallano e la praticano con ottimi risultati?

4) Per partecipare a “Che tempo che fa” è stato pagato? Se così fosse, questo non alimenterebbe un ulteriore conflitto di interessi?

 

 

 

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