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Marco Travaglio e i "topi di fogna". Editoriale sconvolgente: insulti a Renzi e al Pd, slavina politica

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"Finalmente te ne vai". Il titolo dell'editoriale di Marco Travaglio è la parte più tenera. Il resto, è una colata di insulti contro Matteo Renzi, alias "l'Innominabile". La crisi di governo si apre ufficialmente e il direttore del Fatto quotidiano non è affatto sicuro che alla fine la spunti il suo idolo, Giuseppe Conte. Per questo, il primo impulso è massacrare che vuole far fuori il premier. Occhio per occhio: "C'è ancora qualcuno che gli crede e lo prende sul serio - riflette incredulo sul leader di Italia Viva -. Mente da 10 anni ogni volta che respira. Ha tradito tutti quelli che han fatto patti con lui".

 

 

 

E via un impietoso ritratto di Renzi, "il sòla dell'avvenire". "I giornaloni - continua Travaglio - raccontano di un'inesistente 'lite' o 'rissa' o 'sceneggiata' fra lui e Conte, che non ha mai detto una parola contro di lui, ingoiando insulti, calunnie e provocazioni. Topi di fogna da maratona tivù tornano o diventano renziani e persino salviniani, sparando su eventuali 'responsabili', 'transfughi', 'ribaltoni', come se l'unico partito formato al 100% da transfughi non fosse proprio Italia Viva e se il Pd non avesse fatto 'ribaltoni' governando con B. sotto Monti e sotto Letta e poi con i 'responsabili' e 'transfughi' di Ncd (Alfano&C.) e di Ala (Verdini) sotto l'Innominabile e Gentiloni". Qualcuno potrebbe obiettare a Travaglio che anche lui era tra quelli che gridavano "vergogna", mentre ora da settimane suggerisce a Conte di andare a pescare i voti tra gli ex forzisti. Ma tant'è, il rischio è non godersi il travaso di bile dell'ultrà e consigliere del premier traballante contro mezzo Pd, "che più prende ceffoni, calci e pugni, più gode e strilla 'ancora! ancora!'. Una scena sadomaso che mette tristezza e clinicamente si spiega soltanto con la variante italiana della sindrome di Stoccolma: la sindrome di Rignano". 

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