Cerca
Logo
Cerca
+

L'aria che tira, "un dolore immane". Disastro per Myrta Merlino: quando Conte era al Quirinale, questa "roba". Gelo a La7

  • a
  • a
  • a

Una beffa, per Myrta Merlino e L'aria che tira. Riavvolgere il nastro di qualche ora, siamo ovviamente su La7, dove si segue minuto per minuto la crisi di governo, si pensi anche alle interminabili maratone di Enrico Mentana. Ma quando Giuseppe Conte, nella mattinata di oggi, martedì 26 gennaio, è salito al Quirinale per dimettersi, in onda non c'era Mentana. Bensì la Merlino.

 

L'appuntamento era fissato in agenda intorno a mezzogiorno, ma il presunto avvocato del popolo ha anticipato il passo indietro di qualche minuto: al Colle da Sergio Mattarella alle 11.55. E proprio in quel momento, proprio per non perdersi l'avvenimento, L'aria che tira aveva lanciato un segmento pubblicitario. Insomma, dimissioni bucate. E pensare che la Merlino, annunciando gli spot, aveva ventilato l'ipotesi: "Corriamo in break, mai mi vorrei perdere l’arrivo di Conte al Quirinale". Insomma, le ultime parole famose.

 

Una beffa, per La7. Al ritorno in onda il presidente del Consiglio, in auto, aveva già varcato i cancelli del Quirinale. A quel punto, ecco il disappunto di Myrta, che si mostra davanti alla telecamera con le braccia spalancate: "Ho visto adesso la coda della macchina di Conte. Non ve l’ho potuta far vedere, è un dolore immane, vi assicuro che l’ho vista entrare". Costernata. "Dolore immane", parole pronunciate con ironia ma che per certo nascondevano un pizzico di verità. "Abbiamo aspettato molto. È da ieri pomeriggio che la stiamo attendendo. Le voci si sono rincorse a partire dalle 4 di pomeriggio. Adesso questa cosa sta succedendo", ha aggiunto un poco sconsolata.

TvBlog, che ha notato quanto accaduto su La7, fa notare come "la Merlino può comunque consolarsi con alcuni precedenti celebri e ben più scottanti. Nel 2005 Bruno Vespa, da ore in onda per raccontare le ultime ore di Giovanni Paolo II, andò ‘a nero’ proprio quando la Santa Sede annunciò la morte del Pontefice". A suo modo, un pezzo di storia della televisione italiana.

 

Dai blog