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Danilo Toninelli, "Fidel Tony e Che Dibba". La gaffe su Draghi scatena anche Gramellini

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Così esce di scena, forse definitivamente, Danilo ToninellI: tra gli sberleffi e le ironie, frutto dell'ennesima, disastrosa gaffe politica e comunicativa. E se anche Massimo Gramellini sul Corriere della Sera si prende la briga di dedicargli un insolitamente velenoso episodio della sua rubrica Il Caffè (piuttosto dolciastro, di norma), allora significa che quel che è troppo è troppo.

 

 

 

L'ex ministro dei Trasporti grillino, che passerà alla storia per le giravolte sul Ponte Morandi e sugli sbarchi di immigrati a Lampedusa, ha detto sui social a chiare lettere: "Non chiedeteci di votare Draghi". E fin qui, nulla di male: posizione magari miope, ma sicuramente legittima. Il guaio, come sempre, è quello che ha aggiunto. "In questi anni abbiamo fatto di tutto, perfino annientarci negli uffici a lavorare. Ma noi non siamo establishment e non possiamo votare l'establishment". Ovviamente, mezzo mondo dei social lo ha sbertucciato per quel "perfino". L'altro mezzo mondo (quello grillino) ha taciuto imbarazzato. E Gramellini infierisce: l'essersi "annientati a lavorare" non solo è "la condizione abituale delle persone comuni" (di cui peraltro il Movimento 5 Stelle si è per anni arrogato il diritto di essere l'unico vero rappresentante) ma soprattutto rappresenta "un'aggravante per chi ha lavorato tanto male". Come dire, meglio tacere.
 

 

 

Ma poi l'ex editorialista della Stampa si concentra sulla seconda parte del ragionamento di Toninelli, quella sull'establishment. Di per sé, la parola non è un insulto ma una costatazione: l'establishment è."il complesso dei detentori del potere". E come tale, i 5 Stelle lo hanno incarnato in pieno da 3 anni a questa parte. Questo, "il Che Dibba e Fidel Tony", come li chiama ironicamente Gramellini, sembrano dimenticarselo. Evidentemente, "per Toninelli e gli altri annientati, il potere è cattivo solo quando non lo detengono loro. Perfino (perfino!) quando chi lo detiene è indubitabilmente più bravo di loro".

 

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